Proprio questa specie era estinta da secoli ormai sembra essere ritornata in vita. Si tratta di un evento eccezionale non crederete ai vostri occhi.
Una specie si dice estinta quando ormai sono passati secoli dalla morte dell’ultimo esemplare. Questi ultimi infatti sono estinti anche quando non hanno più la capacità di riprodursi. Sono tantissime le specie che ormai nel mondo sono estinte, basti pensare a quando si parlava di dinosauri o rinoceronti. Il rinoceronte bianco ad esempio è l’ultima specie che si è estinta nel mondo. Non è proprio questa la specie che tratteremo oggi ma sta accadendo un evento eccezionale da un paio di anni a questa parte. Sembrava che anche questa specie si fosse estinta invece è tornata in vita.
Questa specie era estinta da secoli
Ci troviamo nel sud dell’Australia e questa specie era ormai estinta da 100 anni quando alcuni ricercatori del posto si sono imbattuti in un evento del tutto eccezionale. Un gruppo di giovani studiosi, un giorno hanno ricevuto l’incarico di andare in una zona del sud dell’Australia. Una volta arrivati si sono trovati davanti una scena mai vista prima: si tratta di una specie data ormai per estinta, ovvero i mini canguri, detti anche bettong dalla coda a spazzola. I mini canguri sono conosciuti anche come yalgiri che hanno sempre popolato la regione meridionale dell’Australia. Sono esemplari di piccole dimensioni che adorano saltellare e sfrecciare ma da sempre sono stati considerati scomparsi, o a rischio di estinzione.
Il problema principale viene dalle volpi o gatti selvatici che sono dei predatori che cacciano i mini canguri. Hanno delle dimensioni davvero piccole e pesano solo un chilo e mezzo. Sono sempre stati una vittima non solo dei predatori ma anche del disboscamento, che ha comportato la loro estinzione in diverse zone. Un esemplare di Bettong è riuscito a sopravvivere anche in zone del nord Australia come Cairns. Ultimamente riescono a portarli in salvo alcuni operatori del WWF che li portano in strutture adeguate per fermare la loro estinzione. Non è stato semplice perché dalla prima volta che li hanno rivisti sul territorio australiano ci sono voluti circa 2 anni per portarli tutti in salvo.
Uno dei ricercatori del WWF il cui nome è Derek Sandow, ha svolto fin ora un lavoro egregio, che lo ha portato a reintrodurre circa 120 esemplari di Bettong con la coda a spazzola nello Yorke. Questa città è vicino Adelaide e da quel momento si sono iniziati a riprodurre e a stabilizzare. Questa è una svolta per tutti i ricercatori perché finalmente la situazione sembra tornata alla normalità, ma qualcosa cambia nuovamente. Un giorno alcuni di loro devono effettuare un monitoraggio di controllo e calcolando una cattura giornaliera di 85 Bettong, hanno visto che i conti non quadravano. Il problema sta nel fatto che il 40% di loro effettivamente non era echitettato, quindi significa che sono nati dopo la reintroduzione nell’habitat.
Bettong piccoli ma indispensabili
I Bettong dalla coda a spazzola sono esemplari dal carattere particolare e spesso le femmine finiscono per comportarsi in maniera abbastanza crudele. Ma questo cosa significa? Che ad esempio la mamma Betong se la insegue una preda ha la facilità di lanciare il suo cucciolo dal marsupio, così riesce a facilitare anche la sua fuga. Sacrifica quindi il suo cucciolo per la sua sopravvivenza ma questo perché ogni esemplare femmina può dare alla luce tantissimi cuccioli. Spesso questi cuccioli sono anche 3 all’anno e restano circa 98 giorni in totale nel marsupio materno.
I ricercatori in questo momento puntano l’attenzione sull’importanza che danno questi esemplari all’intera natura circostante. I Bettong sono esemplari che non bevono acqua quasi mai e stanno alla larga da qualsiasi pianta verde. Le uniche cose di cui si cibano sono funghi, bulbi, semi, insetti e resina. Il ricercatore Derek Sandow lascia anche un’altra testimonianza in cui spiega che un piccolo di bettong può spostare molto terreno, e quindi creano dei piccoli habitat per piantare i semi, in modo tale che possa esserci una giusta infiltrazione dell’acqua per farli stabilire.