Come si è formata la “Porta dell’Inferno”? La verità su come ha avuto origine

La porta dell’inferno, sapete di che cosa stiamo parlando? Scopriamo insieme questo luogo incredibile e come si è formato.

Formazione della Porta dellInferno
Formazione della Porta dell’Inferno – viaggi.nanopress.it

Un nome incredibilmente suggestivo non trovate? Ci fa pensare a qualcosa di tremendo, dai lontani echi biblici. Eppure si tratta di un luogo che esiste realmente. Naturalmente no, non ci permetterà di accedere all’inferno così come ce lo descrive il sommo Dante ne La Divina Commedia, ma osservarlo è uno spettacolo davvero irripetibile. Scopriamo insieme di che si tratta e da dove ha avuto origine questo luogo.

La porta dell’inferno, ecco di che si tratta

Questo luogo incredibile, non è un vero accesso agli Inferi, sia chiaro. Il nome molto evocativo rimanda certamente a qualcosa da dove non si torna indietro, eppure è un nome davvero adatto per quello che stiamo per descrivere.

Questo luogo si trova a Darvaza, in Turkmenistan. Si tratta in realtà di un cratere gassoso. Sono i geologi che lo hanno ribattezzato porta dell’inferno o anche Cancello degli Inferi, come suggerisce la parola turkmena “derweze”.

Ormai è una popolare attrazione turistica, che pare esista dal 1971. Dal 2009 pensate, pare che i turisti che hanno visitato il sito siano più di 50.000. Un luogo incredibile che ha una superficie totale di 5.350 metri quadri. Nonostante l’aspetto pauroso e forse anche la pericolosità, nei suoi pressi i turisti amano anche campeggiare.

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La porta dell’inferno – viaggi.nanopress.it

Un fatto davvero curioso se considerate che questa zona della repubblica post sovietica in realtà non è esattamente una meta turistica. Trattandosi precisamente di un’area per la maggioranza desertica. Eppure pare che per molti turisti l’idea di vedere da vicino questo cratere fiammeggiante che brucia dagli anni settanta, sia una irresistibile attrazione.

Eppure sapete che non si tratta di un fenomeno spontaneo? Assolutamente no ed è proprio questo dettaglio la parte forse più affascinante dell’intera storia.

Come ha avuto origine questo cratere fiammeggiante?

La nascita della porta dell’inferno è causa dell’errore umano. Come molte delle cose che accadono nel nostro pianeta verrebbe spontaneo affermare. Pare infatti che il cratere si sia generato nel 1971, per colpa dell’opera di alcuni geologi sovietici.

In quel periodo infatti sembra che questi studiosi si trovassero a fare dei test in questa zona. L’obiettivo era quello di trovare nuovi giacimenti di gas naturale. Una risorsa molto abbondante in tutta la zona del Turkmenistan. E così fecero. Riuscirono ad individuare una caverna che ne era ricchissima.

Da qui il disastro però. Ben presto si decise di iniziare alcuni lavori di trivellazione che però provocarono il crollo della volta rocciosa della caverna. Il rischio a quel punto era altissimo, ovvero lo spargimento di gas nocivi in tutta la zona. A quel punto per i geologi la soluzione poteva essere una sola. Così decisero di dare fuoco al gas. Provocando un incendio ritennero avrebbero potuto risolvere il problema in pochi giorni. Giusto il necessario per bruciare ed eliminare il materiale combustibile.

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Il cratere fiammeggiante di Darvaza – viaggi.nanopress.it

Eppure, incredibilmente, non è stato sufficiente. Sono trascorsi ben 50 anni e quel cratere enorme continua a bruciare. Si tratta di un fenomeno incredibile, e certamente un avvenimento unico nella storia del pianeta. Non esiste niente altro di simile. Ad oggi pare che il cancello degli inferi misuri ben 70 metri di diametro e niente riesce a spegnerlo. Come appare oggi il cratere? Già da lontano si scorgono fiamme altissime, non serve avvicinarsi troppo, basta essere già a qualche chilometro di distanza. L’odore di zolfo nella zona è fortissimo.

Se state pensando al problema dell’inquinamento pensate bene. Effettivamente la popolazione di Darvaza è molto preoccupata perché questo continuo bruciare di certo non rende salubre l’aria circostante. Va detto che secondo gli esperti sarebbe molto peggio se si respirasse gas metano.

La situazione potrebbe però cambiare. Lo scorso anno il presidente del Turkmenistan pare abbia chiesto al suo governo di trovare una soluzione per spegnere definitivamente il cratere, preoccupato per le conseguenze sulla salute degli abitanti della zona. In realtà secondo molti, la motivazione sarebbe anche economica. Secondo molti il presidente vorrebbe sfruttare i gas che alimentano il luogo, soprattutto quando la Russia ha dichiarato di aver raddoppiato le importazioni del gas da questo paese.

Il Turkmenistan ad oggi è il quarto paese per esportazione di gas, dunque capite come questa sia la principale risorsa per la loro economia. Da questo annuncio però novità non se ne sono registrate. Lo spegneranno davvero definitivamente?

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