Cercando dei rifiuti nelle nostre acque hanno scoperto un tesoro inaspettato

Un tesoro inaspettato tra i rifiuti nelle nostre acque è sbucato fuori dai fondali dello Stretto di Messina. La scoperta è avvenuta nel corso delle riprese del documentario Abyss Clean Up in uscita nelle sale nel 2024.

Tesoro inaspettato nelle nostre acque
Tesoro inaspettato nelle nostre acque – viaggi.nanopress.it

Qualche anno fa uno studio condotto dall’Università di Barcellona aveva sottolineato come lo Stretto di Messina nel nostro Mediterraneo sia in alcuni punti, soprattutto tra Tremestieri e Reggio, una vera e propria discarica. I rifiuti depositati sui fondali marini infatti superavano, a dire della ricerca, il milione per chilometro quadrato.

Questo è purtroppo solo uno degli esempi che possono testimoniare che il problema dell’inquinamento in mare è oggi più che mai all’ordine del giorno. Un problema che presto dovremmo però tutti impegnarci a risolvere.

Questo lo sa bene il videomaker palermitano Igor D’India che da anni tratta il tema dell’inquinamento dei fondali marini. In questi giorni è grazie a un suo progetto che proprio nello Stretto è stato scoperto un nuovo, piccolo tesoro.

Rifiuti nelle nostre acque: il documentario Abyss Clean Up per sensibilizzare alla salvaguardia del mare

Dallo scorso 25 giugno al 1° luglio lo Stretto di Messina ha ospitato Igor D’India e il suo team per girare le ultime scene del documentario Abyss Clean Up. Si tratta di un progetto volto alla salvaguardia dell’ambiente che ci mostra la triste realtà sottomarina.

Stretto di Messina
Stretto di Messina – viaggi.nanopress.it

Le riprese sono state girate grazie a ROV, un robot a comando remoto capace di immortalare i fondali a 600 metri di profondità. Igor e il suo team sono già stati nel palermitano, a Terrasini e a Porticello dove hanno raccolto circa cinque quintali di rifiuti.

Tra l’immondizia marina, a essere la protagonista assoluta è la plastica che costituisce oltre il 48% delle cosiddette isole galleggianti. Si tratta per lo più di attrezzatura da pesca abbandonata in mare la quale si stima che in tutto il Mediterraneo sfiori il 10% dei rifiuti marini per un totale di 4000 tonnellate.

Le reti da pesca scaricate in mare o perse inconsapevolmente diventano trappole mortali per gli animali marini come pesci, uccelli, cetacei e tartarughe marine.

Per questo è importante affrontare questo problema e sensibilizzare al meglio la popolazione sulle terribili conseguenze di questi fenomeni. Recuperare i rifiuti dalle acque quindi è uno dei primi passi che possiamo fare per il bene del pianeta.

Reti da pesca abbandonate
Reti da pesca abbandonate – viaggi.nanopress.it

Il progetto Abyss Clean Up è prodotto da POPCult con il sostegno della Regione Siciliana e con la collaborazione dell’organizzazione ambientalista Sea Shepherd e del gruppo di ricerca del CNR.

Un tesoro inaspettato tra i rifiuti nelle nostre acque scoperto durante le riprese

Il documentario di Igor D’India uscirà nel 2024, ma intanto sta già portando buone notizie. Durante i lavori di ripresa, infatti, la squadra ha trovato al largo di Tremestieri un corallo mai censito fino a oggi nelle acque dello Stretto di Messina.

Questo tratto di mare che collega la Sicilia alla Calabria, nonostante tutto, è anche un vero e proprio scrigno di biodiversità. Non tutti sanno infatti che nelle sue acque nasconde delle bellezze naturali davvero uniche.

Tesoro inaspettato tra i coralli
Tesoro inaspettato tra i coralli in mare – viaggi.nanopress.it

Lo Stretto è lungo circa 32 chilometri, ma è nel suo punto più ampio – tra Capo d’Alì e Punta Pellaro – che si concentra soprattutto la vita. Nelle profondità dello Stretto infatti si trovano una grande varietà di pesci, delfini e balene, oltre al prezioso corallo nero di Sicilia, finora l’unico conosciuto in questa zona.

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