Carnevale ladino in Val di Fassa: le maschere e le commedie della tradizione dolomitica

Carnevale ladino
Carnevale ladino

Il Carnevale ladino della Val di Fassa in Trentino è uno degli eventi di maggior spessore culturale dell’arco dolomitico, e tra le feste più curiose del Carnevale in Italia. Esso coinvolge i comuni di Moena, Soraga, Vigo di Fassa, Pozza di Fassa, Mazzin, Campitello di Fassa, Canazei: tutti accomunati nei festeggiamenti da varie tradizioni e distinti da altre. Possiamo insomma ammirare un’identità collettiva tra i vari comuni della Val di Fassa, e una individuale passando per i festeggiamenti di comune in comune.

Come molti Carnevali, esso prende il via ufficialmente dal 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, e prosegue fino al Martedì Grasso, che per il 2012 cade il 21 febbraio. Tutta la valle in questo periodo festeggia con cortei, sfilate, carri allegorici, feste di piazza, rappresentazioni teatrali. Le maschere che si mostrano alla gente sono quelle dei Bufon, dei Laché e dei Marascon. Sono visibili per i loro costumi sgargianti e le maschere in legno dai volti sorridenti e grotteschi, con nasi pronunciati: le facères. I Laché aprono il corteo, i Bufon cominciano a raccontare storielle e imbarazzano le ragazze, i Marascon vanno in giro con dei campanacci di bronzo, a sottolineare il rapporto della valle con gli animali domestici.

Alla sfilata delle facères si accompagnano le Mascarades: farse in lingua ladina che si burlano del rapporto della Val di Fassa con gli stranieri. Ad esse si affiancano le Comedie, spettacoli veri e propri che terminano sempre nel caos. E a tutto seguono i balli che si protraggono fino a notte fonda.

Nei vari comuni, come abbiamo detto, ci sono delle peculiarità. A Moena ritroviamo i due Arlèchins, figure con un lenzuolo sul volto che rincorrono i bambini con un frustino, mentre a spaventare gli adulti ci pensano i Lonc, alte figure sui trampoli coperte da un lenzuonolo che appaiono col calar del sole. A Pozza, Vigo di Fassa e Soraga la figura terrorizzante è l’om de bosch, il selvaggio uomo del bosco. A Canazei si tiene il Molin de la veies, una rappresentazione dove i diavoli gettano le vecchie megere in un pozzo per trasformarle in belle fanciulle.

Dappertutto invece degustazioni di prodotti fassani, balli in maschera, sagre e le “lese da corni”, le gare sulla neve con sci e slittino. A Moena, il 21 febbraio alle 14.30 si terrà la sfilata di carri allegorici. Il carnevale ladino, che ha origine nei rituali antichi di celebrazione della fine dell’inverno, rivive ogni anno grazie all’impegno dei centinaia di volontari del Grop de la Mèscres da Dèlba e Penia, l’associazione che si occupa di mantenere viva la tradizione ed allestire tutto lo spettacolo carnevalesco.

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