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Il writer Blu si è conquistato un posto nella lista dei dieci graffitari migliori del mondo, accanto a Banksy e a Keith Haring. Il talentuoso e geniale street artist di Senigallia, noto ormai da diversi anni in molti paesi, è stato finalmente catapultato nel firmamento dei più grandi che contano, dal giornale inglese, The Guardian. L’opera grazie al quale Blu si è concquistato un posto nell’Olimpo dei graffitari è quella realizzata sulla facciata di un palazzo di Lisbona, in Portogallo. Rappresenta un uomo d’affari che indossa una corona impreziosita dai marchi delle grandi aziende petrolifere, mentre con una cannuccia beve a sorsi il nostro mondo.
Blu ha iniziato a farsi conoscere già alla fine degli anni novanta, con una serie di graffiti creati nel centro di Bologna, nella zona dell’Accademia delle Belle Arti, e in periferia, negli spazi occupati del centro sociale Livello 57.
La sua personale street art, sin dalle prime manifestazioni, ha avuto un unico obiettivo, che potremmo definire anche missione, ovvero valorizzare, impreziosire, dare nuova vita a spazi urbani dimenticati.
E non si è limitato alla sua città e nemmeno al suo paese, ha varcato i confini nazionali e si è spinto in ogni parte del mondo. E’ possibile infatti imbattersi nelle opere di Blu, a Taranto, Ancona, Berlino, Praga, Madrid, Bogotà e addirittura in Palestina, sul muro che divide Israele e Cisgiordania, dove ha realizzato un’opera con la collaborazione del famosissimo writer inglese, Banksy.
Le tematiche che Blu tratta nei suoi murales sono diverse e vanno dal rispetto per l’ambiente, alla critica feroce nei confronti del capitalismo. L’opera di Lisbona, infatti, esprime palesemente un messaggio contro la potente industria del petrolio. Nato a distanza di un mese dal disastro petrolifero che ha trasformato il Golfo del Messico in una marea nera, aveva lo scopo di indurre ad un’attenta riflessione sui rischi che comporta un’economia basata sullo sfruttamento selvaggio dei paesi più poveri e delle risorse naturali.
Purtroppo però, come spesso accade in quest’epoca, anche le missioni più etiche, devono fare i conti con la censura.
Nel 2010 il writer Blu fu invitato a realizzare un murales per il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, in vista di una grande mostra dedicata alla street art.
In un solo giorno e una notte, Blu dipinse, su tutta la parete che gli era stata messa a disposizione, una serie di bare coperte da dollari a forma di lenzuolo, al posto delle classiche bandiere americane.
Sfortunatamente tutta la sua creatività e fatica non valsero a nulla, considerato che nemmeno il tempo di far asciugare il murales e l’opera venne cancellata.
La motivazione?
‘Perché il murale era insensibile verso la comunità’.
Secondo il direttore del museo, Jeffrey Deitch.
Si è dovuto attendere il giudizio solenne del The Guardian per restituire ad un geniale artista il maltolto.