Il paese dei gatti, un borgo italiano dedicato a coloro che amano questi bellissimi animali ed è ospitato in una regione del Nord.
L’Italia è un Paese che riesce sempre a sorprendere. In questo caso lo fa dedicando un intero borgo a uno degli animali più amati. Una regione ospita un luogo dove ogni angolo parla dei felini più amati: i gatti.
E’ un paese di pochi abitanti e che è dedicato a coloro che ne sono innamorati. Già il cartello che accoglie i visitatori presenta la figura di un gatto. Il borgo si trova in Piemonte, in provincia di Verbania.
Si tratta di Brolo e della sua frazione Nonio. Un luogo incantato che si specchia sulle acque del Lago d’Orta. Ed è conosciuto come “Paese dei gatti”. Un posto che esprime l’amore per i gatti attraverso diverse opere artistiche.
Gli animali sono presenti, infatti, sulle facciate degli edifici, sulla terrazza che si affaccia sul lago, sui davanzali delle finestre, lungo i vicoletti. Insomma, ovunque si potranno incontrare sculture di mici, disegnati e dipinti.
Il “Paese dei Gatti”
La storia che ha portato al soprannome del borgo ha inizio moltissimi anni fa, nel 1767, quando Brolo chiese alla Curia di avere una parrocchia tutta loro. In questo modo si sarebbero separati da quella di San Biagio, parrocchia del paese di Nonio.
Il motivo principale fu che, i parrocchiani di Brolo, per raggiungere la chiesa di Nonio, dovevano attraversare il torrente Rio Veloce. Un corso d’acqua soggetto, spesso, a piene. E questo rendeva il tragitto difficile e pericoloso.
Ed è qui che entra in gioco il termine “gatti”. Un soprannome che venne dato agli abitanti di Brolo che, come i mici, che, come è risaputo, non amano l’acqua, non volevano bagnarsi. Una presa in giro da parte degli abitanti di Nonio che non avevano gradito la richiesta degli abitanti di Brolo.
E così coniarono il detto: “Quando Brolo diventerà parrocchia, il topo metterà il mantello”, il cui significato è: “tanto non succederà mai”. Invece, nel giugno del 1767 fece l’ingresso nella Chiesa di San Antonio Abate il nuovo parroco.
Gli abitanti di Brolo, in ricordo della concessione, decisero di recarsi ogni anno in pellegrinaggio all’isola di San Giulio, sul Lago d’Orta, in segno di ringraziamento. Non si dimenticarono delle parole dei noiesi.
La leggenda
Così arrivarono a Nonio, di notte, e inchiodarono sulle porte dei notabili un topo che portava un mantello accompagnando l’avventura con le parole: “Il topo ha messo il mantello e Brolo è diventata parrocchia”.
Una storia vera o una leggenda, non è dato sapersi, ma da quel momento Brolo divenne il paese dei gatti. Oggi è sicuramente un luogo da visitare facendosi aiutare da una cartina messa a disposizione dei visitatori.