Di pochi giorni fa la notizia di qualcosa di inaspettato trovato durante degli scavi a soli 50 cm sotto terra. Arriva dalla Mesopotamia e getta nuova luce su alcune ricerche archeologiche in corso.
Una scoperta già definita sensazionale dal team di ricerca che vi si è imbattuto. A portarla a segno un team tra archeologi e scienziati che vede collaborare il nostro paese tramite l’Università di Pisa, con i colleghi dell’Università della Pennsylvania. In un luogo antichissimo che ha riportato alla luce qualcosa in grado di donare informazioni tutte nuove su un’antica civiltà. Di cosa si tratta?
Arriva dalla Mesopotamia
Si chiama ‘Lagash Archaeological Project’ il progetto di ricerca che giorni fa nel corso di alcuni scavi si è imbattuto in qualcosa di unico. Il team guidato da Holly Pittman della University of Pennsylvania e da Sara Pizzimenti del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere di Pisa, si trova a Tell al-Hiba in Iraq.
Questo luogo era un tempo conosciuto come l’antica Lagash, sicuramente la città stato più importante di tutta la Mesopotamia. Un luogo le cui origini partono dal V secolo e in cui da moltissimi anni sono in corso campagne di scavo.
Lagash fu identificata negli anni cinquanta, moltissimo tempo dopo la scoperta delle sue rovine, grazie al ritrovamento di un’iscrizione ad opera degli assiriologi Thorkild Jacobnsen e Fuad Safar.
Un reperto antichissimo dalla Mesopotamia a cinquanta cm da terra.
Il sito di Tell al Hiba, si estende per quattrocento ettari e si trova a circa 24 chilometri da Shatra, nel sud Iraq. Le ricerche in questa zona sono sempre state mirate alla ricostruzione della gerarchia sociale e dei culti religiosi del tempo.
Nel 2019 con l’avvio del ‘Lagash Archaeological Project’, gli studi si sono focalizzati sul mettere a fuoco quella che era la vita quotidiana nell’antica Mesopotamia e la scoperta odierna è decisamente una svolta in questo senso.
Durante le operazioni di scavo a soli cinquanta centimetri da terra, il team ha scoperto infatti un’antica taverna del 2700 a.C. Sono stati identificate panchine, un forno, contenitori per le stoviglie, resti di cibo. Una vera e propria zona che testimonia all’epoca si mangiasse all’aperto.
La tecnica dello ‘Zeer’
Tra i reperti rinvenuti insieme all’antica taverna anche un curioso oggetto. Si tratta di uno ‘zeer‘. Il termine di origine araba significa ‘vaso nel vaso‘, ed indica due vasi di terracotta inseriti uno dentro l’altro e dotati di intercapedine fra i due, riempita di sabbia o di argilla adeguatamente bagnata.
Lo ‘zeer’ veniva utilizzato per la conservazione degli alimenti, poiché la sabbia fungeva da isolante, permettendo l’evaporazione e proteggendo il contenuto dalla temperatura esterna.
Potremmo quindi affermare che si tratta di un reperto antichissimo di frigorifero. Questa tecnica è ancora utilizzata in Africa, ed è possibile reperire online tecniche per crearne uno in casa. In questo momento storico in cui si parla molto di risparmio energetico, interessa molto per la possibilità di conservare il cibo senza ausilio dell’elettricità.
Come proseguirà il progetto
“Il ritrovamento fatto a Lagash getta nuova luce sullo studio dell’alimentazione e della cucina dell’antica Mesopotamia“, ha commentato la dott.ssa Sara Pizzimenti. La leader del team di ricerca ha spiegato che quello che sapevamo ad oggi delle abitudini di questa civiltà arriva dai testi che però non coprono i periodi più antichi.
Questa taverna permetterà di aggiungere un tassello fondamentale per la ricostruzione della loro conoscenza nel campo alimentare, nella produzione di cibo e anche dell’economia alla base della società.
L’obiettivo è ora ricostruire le abitudini di una città fortemente legata ad attività artigianali di produzione della ceramica. Lagash è stata secondo gli storici sede principale del commercio dell’epoca, grazie alla sua attività artigianale e alla enorme quantità di terreni agricoli della zona.
Le iscrizioni e i reperti fanno pensare che fosse una città influente durante il periodo sumero, fino al suo graduale abbandono attorno al 2300 a.C.