Riguarda l’Antartide il dettaglio che sta preoccupando sempre di più gli scienziati. Necessario correre ai ripari prima che qualcosa rischi di sparire per sempre. Scopriamo di che si tratta.
Un tema sempre più urgente da affrontare e molto caldo di questi ultimi anni. Il cambiamento climatico e l’inquinamento stanno lentamente (ma neanche poi troppo) distruggendo il nostro pianeta. Le minacce sono sempre più ingenti, mettono a repentaglio la biodiversità di alcuni territori, sono un pericolo per moltissime specie animali. Un allarme viene ora dalla zona dell’Antartide, grazie ad un minuzioso studio sul campo.
Antartide, il dettaglio che preoccupa i ricercatori, che sta succedendo?
La terra dei ghiacci. Così è chiamata la zona dell’Antartide, il continente compreso tra il circolo polare antartico e il polo sud. Disabitato, è pero la casa di diversi tipi di animali marini, cetacei e uccelli. Specie che però sono di recente messe a rischio.
Gli scienziati parlano chiaro: L’Antartide si sta sciogliendo in maniera sempre più rapida. Due diversi studi effettuati la scorsa estate avevano evidenziato come le coste del continente si fossero “ridisegnate negli anni” con una perdita di 6.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio dal 1997 ad oggi. Il problema è che ovviamente quello che viene perso non si forma nuovamente. Sono stati rilevati alcuni punti sulle coste, quasi 200, dai quali l’acqua salata degli oceani riesce a penetrare, contribuendo al fenomeno di scioglimento.
Grazie all’utilizzo di satelliti, la Nasa ha inoltre permesso agli esperti di comprendere che lo spessore dei ghiacciai si sta riducendo dalla zona costiera andando più verso l’interno, determinando di fatto una precaria fragilità della zona. Ma non è tutto.
Gli effetti del cambiamento climatico
A contribuire ad una situazione già drammatica e continuamente monitorata è la notizia che un’ondata di forte calore proveniente probabilmente dall’Australia, avrebbe colpito il continente. Un dato preoccupante che ha comportato un repentino rialzo delle temperature.
Per capire la portata del problema è sufficiente pensare che normalmente la temperatura si attesta sui -50 gradi e dai rilevamenti risultava salita a -12. Secondo gli scienziati si è trattato di una fase transitoria. Seppure limitato nel tempo questo però è un segnale da tenere d’occhio.
Secondo lo studio dell’Università inglese di Reading, i ghiacciai sono a rischio scioglimento a causa del surriscaldamento globale e dei livelli preoccupanti di CO2 nell’atmosfera. Cosa comporta? Già dal 2005 al 2015 gli scienziati avevano riscontrato un innalzamento dei livelli del mare, dovuto allo scioglimento abbastanza preoccupante: circa 3,6 mm annuali. Il protrarsi di questa problematica rischierebbe di portare ad innalzamento così grave da coinvolgere diversi territori americani ed asiatici addirittura entro il 2030.
Antartide, il dettaglio che preoccupa gli scienziati riguarda anche il Permafrost
Come se non bastasse, un altro dettaglio preoccupante proviene da una ricerca recentissima condotta da un progetto di ricerca chiamato “Source and Impact of Greenhouse gasses in Antarctica”, che si avvale anche della collaborazione del nostro Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Lo studio evidenzia che il tremendo problema del surriscaldamento globale ha provocato un rilascio preoccupante dal permafrost dell’Antartide di gas serra. Il campione preso in esame è quello delle McMurdo Dry Valleys, una zona costiera orientale.
Qui sono state prese in esame le concentrazioni di metano, elio e anidride carbonica, studiandone il modo di risalita dal permafrost. Confrontando i dati ottenuti con quanto a disposizione in precedenza, si parla di 15 tonnellate di Co2 emesse al giorno.
Cosa significa? Il permafrost è quella porzione incaricata di tenere intrappolati i gas serra. Il cambiamento climatico ne mette a rischio la sopravvivenza facendolo degradare provocando così l’eccessivo rilascio di questi gas. L’emissione di Co2 influenza i cambiamenti climatici e di conseguenza lo scioglimento dei ghiacciai. Un disastro a catena.
Emissioni preoccupanti di anidride carbonica sono segnalate anche in un’altra zona, quella della Groenlandia, altra porzione a rischio per la sua calotta, che se andasse incontro ad uno scioglimento provocherebbe un innalzamento dei livelli del mare fino a 7 metri, travolgendo letteralmente alcune isole.
La zona delle Dry Valleys non era mai stata analizzata prima d’ora. Gli scienziati vogliono ora prendere in esame anche le porzioni circostanti fino a 24.000 chilometri. Uno studio molto importante perché consentirà di creare una sorta di mappatura di queste emissioni e tenerne monitorati costantemente i livelli.