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Terra ai confini del mondo, dei ghiacci e delle nevi perenni, l’Antartide è a rischio costante di sparizione. Ora il lavoro del fotografo Steven Kazlowski prende posizione sul tema come vivida testimonianza.
L’ecologia continua a lanciare grida d’allarme verso l’Antartide, il continente bianco abitato dalle basi scientifiche. Ora l’arte si aggiunge alla scienza nel portare all’attenzione un fenomeno sempre più preoccupante, che rischia di mandare in crisi ecosistemi fondamentali.
E’ notizia recente il caso dell’iceberg Mertz, in cui un blocco di ghiaccio della superficie di 2.500 chilometri quadrati si era staccato dal ghiacciaio galleggiante Mertz per andare in una lenta deriva verso i mari del sud, ma fenomeni come questo sono sempre più frequenti in Antartide.
Ghiacciai che si sciolgono, montagne di ghiaccio che vanno alla deriva: a causa di un ambiente vessato dall’uomo le conseguenze rischiano di essere sempre più gravi.
Eppure l’Antartide rappresenta anche il sogno del mondo inesplorato, la cromaticità potente di una natura selvaggia e totalizzante, inaccessibile e fiera. Proprio questo comunicano gli scatti di questo lavoro fotografico che tenta di smuovere le coscienze.
Steven Kazlowski ha intrapreso questo progetto fotografico incentrato sull’Antartide e i suoi iceberg proprio per schierarsi a fianco dell’ecologia, in una ricerca dell’immagine che sia anche impegno sociale.
E speriamo che queste immagini siano l’occasione per riflettere, oltrepassando colori e forme, su una natura con cui è necessario ricollegarci.