Secondo il parere degli esperti, l’Antartide sarebbe ormai sull’orlo del precipizio. Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale hanno avuto un impatto di grande entità, tanto da far dedurre agli scienziati che ormai non ci sia più quasi possibilità di ritorno.
Sono molti gli studiosi ad essersi pronunciati, con elevata preoccupazione, sulla situazione del riscaldamento globale e sulle sue conseguenze soprattutto al Polo Nord come lo scioglimento dei ghiacci artici. Sebbene in questi discorsi l’Antartide sia sempre rimasta nelle retrovie, ad oggi la situazione si presenta molto preoccupante anche lì.
L’impatto del riscaldamento globale in Antartide
La situazione del riscaldamento globale è davvero preoccupante: lo scioglimento dei ghiacci porta con sé conseguenze gravissime per tutto l’ecosistema e per le specie che vi abitano. Al di là della situazione al Polo Nord, di cui si è molto parlato, ad attirare la nostra attenzione è oggi la condizione attuale dell’Antartide.
Di fatti, diversi scienziati si sono dedicati negli ultimi tempi a studi e ricerche sulla situazione in Antartide e oggi iniziano a pronunciarsi con delle notizie che destano preoccupazione. Lo studio, riportato anche da famose testate come Repubblica, è stato condotto dall’Università di Bonn e pubblicato sulla rivista Nature Communications.
La ricerca afferma che, l’ultimo massimo glaciale sia avvenuto tra i 19 mila e i 9 mila anni fa: in seguito, il riscaldamento globale è aumentato gradualmente di entità facendo cadere masse di ghiaccio (iceberg) in mare in modo reiterato. Questa stessa situazione sta accadendo anche oggi: gli esperti dichiarano che la calotta antartica ha subito forti cambiamenti negli ultimi dieci anni, causando un notevole innalzamento del livello del mare.
La situazione è davvero preoccupante perché siamo sulla strada giusta per raggiungere il cosiddetto tipping point – il punto di non ritorno dove gli effetti dei cambiamenti in atto non saranno più contenibili.
“[…] l’accelerazione della perdita di massa di ghiaccio antartico negli ultimi decenni potrebbe seguire l’inizio di un periodo […] di ritiro della calotta glaciale”.
L’autore dello studio, il dottore Michael Weber aggiunge alla sua dichiarazione che un evento del genere sarebbe irreversibile e porterebbe a un eccessivo innalzamento del livello del mare.
Un altro studio sull’Antartide
Michael Weber non è stato l’unico a pronunciarsi sull’attuale situazione in Antartide. Arrivano risultati preoccupanti anche dalle ricerche condotte da Zoë Thomas dell’Università del New South Wales di Sidney. La ricercatrice ha affermato che:
“Se ci vuole solo un decennio per ribaltare un sistema come questo […] dobbiamo sperimentare il ribaltamento proprio ora”.
La dottoressa aggiunge che la calotta antartica si comporta oggi nello stesso modo in cui si è comportata in passato e ciò significa che, se attendiamo altro tempo, potrebbe essere difficile (se non impossibile) intraprendere un processo di inversione di rotta. Secondo la ricercatrice, e non solo, il riscaldamento globale in atto sta causando effetti tremendi sui ghiacciai e, di conseguenza, su tutto il pianeta terrestre.
Cosa possiamo fare per interrompere il riscaldamento globale
Le ricerche attualmente in corso continuano a mostrare risultati da brivido: il riscaldamento globale sta causando forti cambiamenti che possono mettere a rischio ecosistemi, specie animali e anche la vita dell’essere umano. La buona notizia è che esiste qualcosa che possiamo fare nel concreto per rimediare; la cattiva notizia è che non abbiamo molto tempo a disposizione quindi dobbiamo avere a cuore la situazione e agire subito, senza tergiversare.
In virtù del riscaldamento globale e dei suoi effetti, l’Unione Europea ha scelto una legislazione sicuramente ambiziosa ma che consentirebbe di ottenere ottimi risultati. I paesi che fanno parte dell’UE hanno quindi stabilito degli obiettivi in materia di emissioni per alcuni settori fondamentali dell’economia globale. Alla fine del 2017, l’Unione Europea aveva ridotto le sue emissioni del 22% rispetto a quelle del 1990. Poi, alla fine del 2020 grazie all’accordo di Parigi, i leader dei paesi dell’UE hanno accordato un obiettivo di riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 55% da raggiungere entro il 2030.
Per contrastare il riscaldamento globale è quindi necessario, in primo luogo, ridurre al massimo le emissioni di gas serra. È altresì importante gestire i consumi di acqua con parsimonia: noi stessi, nelle nostre case, possiamo fare davvero tanto.
Inoltre, è importante tutelare i boschi per consentirgli di assorbire sempre maggiore CO2 dall’atmosfera. Altre azioni fondamentali sono: promuovere l’economia circolare e la sostenibilità ambientale, informare i cittadini su ciò che possono fare per aiutare il pianeta e responsabilizzarli attraverso la partecipazione. Si tratta di azioni che, nel nostro piccolo, possiamo fare quotidianamente al fine di tutelare il nostro pianeta e, quindi, la nostra vita su di esso.