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A Zagabria nel Museo dei cuori spezzati e degli amori perduti

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Il Museo dei cuori spezzati (Museum of broken relationships) di Zagabria, nota come la città della cravatta, si merita sicuramente un posto d’onore nella classifica dei musei più bizzarri del mondo. Perché l’esposizione è composta da oggetti che ricordano gli ex, fidanzato o fidanzata non ha importanza, e dietro ciascuno di essi si nasconde un amore perduto e un cuore infranto.

Ad esempio troviamo un nano da giardino sopravvissuto a una lite furibonda, un abito da sposa di un matrimonio infelice, un orsacchiotto regalato per San Valentino, addirittura un’ascia usata per sfasciare i mobili di casa. Ogni cimelio ha una testimonianza scritta, con tanto di date, luoghi della relazione e note dell’anonimo donatore o donatrice. Andiamo a scoprire qualche storia finita male.

Gli oggetti provengono da tutto il mondo e possono essere di qualsiasi genere, dalla biancheria intima ai peluche. Alcune note sono piuttosto divertenti, come quella di un reggicalze: “Non l’ho mai messo, la relazione forse sarebbe potuta durare di più se l’avessi indossato”. Altri ricordi sono decisamente tristi, come quello del nano da giardino, che è rimbalzato sull’asfalto dopo aver sorvolato l’auto guidata da un marito “arrogante e senza cuore”.

La scure, utilizzata da una donna berlinese per sfasciare l’arredamento di casa, recita: “Più la stanza era piena di mobili in frantumi, più mi sentivo meglio”. C’è addirittura la protesi di una gamba di un veterano di guerra che si infatuò dell’infermiera: in questo caso la gamba durò più del rapporto perché era fatta di “materiale robusto”.

Lo stesso museo nasce dall’amore finito tra l’artista Drazen Grubisic e la film maker Olinka Vistica, che al momento della separazione decisero di creare qualcosa per conservare i propri ricordi. Così fondarono il museo delle relazioni interrotte, che subito si ingrandì grazie a una mostra itinerante in giro per il mondo: Londra, Buenos Aires, Berlino, Manila, Singapore, San Francisco, Cape Town e tante altre città.

In ogni città il “cuore infranto” può donare un oggetto dell’ex amore al museo. Ma come mai ci sono così tanti donatori? Probabilmente le persone trovano terapeutico dare via gli oggetti del ricordo, riuscendo a superare il collasso emozionale con un gesto simbolicamente creativo. O forse semplicemente perché tutti abbiamo avuto il cuore spezzato almeno una volta nella vita.
 
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