Whale watching: la meta turistica dove vedere le balene

Il whale watching è un’attività che negli ultimi due decenni ha preso enormemente piede in Islanda, al punto da diventare predominante, tanto da essere considerata come la meta europea ideale per vedere le balene.

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Sono circa 24 i tipi di balena che è possibile osservare se si raggiunge quest’isola – viaggi.nanopress.it

Si tratta di un appuntamento che non potete non inserire nel programma di viaggio se decidete di raggiungere l’Islanda, perché osservare le balene su quest’isola è un’attività che risale al IX secolo. Impossibile, quindi, non programmare un’escursione che comprenda il whale watching, oltre naturalmente pianificare anche di vedere l’aurora boreale, i ghiacciai e le sorgenti calde.

Diversi i tour organizzati per il whale watching

Sono tutte tappe fondamentali per chi vuole entrare in contatto con natura e cultura dell’isola. In realtà sono tante le possibilità per quanti raggiungono l’Islanda con l’idea principale di vedere le balene. Uno dei tanti tour partono direttamente dalla capitale, Reykjavik e, scegliendo il periodo giusto non è escluso che vi troviate a vivere un’esperienza indimenticabile: balene che si tuffano tra le onde sotto l’aurora boreale.

Sono 24 i tipi di balene che vivono in queste acque

Le balene hanno trovato in queste acque le condizioni ideali per vivere. Saranno le correnti marine o anche le ore di luce, di fatto in queste acque vivono 24 tipi di balene e, a seconda di quella che preferite vedere, dovrete scegliere un diverso porto di partenza. Andiamo alla scoperta di alcune tra le varietà presenti in Islanda.

Questa località ha visto nascere l’orca più famosa: Willy

Keiko l’orca è tra le più note al mondo, trattandosi proprio dell’esemplare protagonista del film ‘Free Willy – Un amico da salvare’. Catturata a due anni, nel 1979 era stata ospitata da vari parchi marini, dove ha imparato a esibirsi davanti agli spettatori. A seguire, però, è stata ‘scritturata’ per il famoso film, realizzato nel 1993, nacque anche una fondazione in suo onore che si preoccupò di cercargli una casa nella quale vivere. Fu così che tornò in Islanda, dove era nata. Seguì un periodo di addestramento prima di poterla liberare nell’oceano. Quando fu liberata, nel 2002, si unì a un gruppo di orche selvatiche, ma raggiunse le coste norvegesi in cerca di esseri umani. Purtroppo il suo reinserimento non aveva dato l’esito sperato e a 27 anni è morta per una polmonite.

La caccia alle balene: una storia che volge al termine

Nonostante rappresentino una fonte economica di rilievo, l’Islanda resta uno dei pochi Paesi che continua a cacciare le balene, portando avanti una tradizione che risale al XII secolo. Una pratica che ha provocato conseguenze, arrivate finanche all’affondamento di due baleniere islandesi. Ora, però, anche grazie allo sviluppo del whale watching la caccia e il consumo di balene sull’isola si è ridotto notevolmente, al punto da essere considerata oggi una risorsa antiquata che sta via via scomparendo.

In Islanda è possibile vedere, tra le altre: balenottere minori, Megattere, Delfini della specie lagenorinco rostrobianco, Focene comuni e Orche.

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