L’aumento di turisti e la chiusura di alcune raffinerie stanno creando notevoli disagi per chi deve viaggiare in aereo. Il rischio è che il transito turistico venga messo in ginocchio da questa scarsità di carburanti. Un disagio notevole nel periodo in cui è previsto il maggior afflusso di visitatori dal 2019.
Nel 2024, secondo le previsioni saranno circa 35 milioni le persone che raggiungeranno il Giappone senza immaginare neanche che questo Paese sta vivendo un momento di crisi per l’approvvigionamento dei propri velivoli. Un problema presente da qualche tempo, visto che già a maggio scorso si sono registrati ritardi nei voli in partenza da Hiroshima e proprio perché il carburante non era stato consegnato in tempo.
Alcune compagnie aeree si portano il carburante da ‘casa’
Una situazione che ha preoccupato diverse compagnie aeree internazionali che, a fronte di questa crisi, e nonostante il progetto di incrementare i voli a Narita, con l’aggiunta di 57 voli, hanno deciso di abbandonare l’idea. Le società di trasporto aereo in alcuni casi hanno anche optato per un numero inferiore di passeggeri pur di trasportare anche carburante al fine di assicurarsi il necessario approvvigionamento per affrontare il volo di ritorno.
La crisi in un momento di notevole crescita turistica
Tutto questo mentre il turismo continua a crescere in Giappone. Se nel 2023 il numero di viaggiatori che ha raggiunto il Paese è stato di 25 milioni, quest’anno le previsioni sono in ulteriore crescita, essendo previsto l’arrivo di circa 35 milioni di turisti. La scelta di visitare questa Nazione nasce probabilmente anche dalla difficile situazione economica che sta attraversando, sta di fatto che lo yen ha notevolmente perso valore.
Le manovre per affrontare i disagi
Se da un lato le raffinerie giapponesi, negli ultimi anni, hanno notevolmente ridotto la produzione a causa del calo della domanda interna, dall’altra il governo proprio per correre ai ripari, qualche giorno fa ha sollecitato un incremento della produzione per far fronte alla situazione. Anche così, però, il problema non sembra aver trovato soluzione, visto che ci sono regole rigide per il lavoro straordinario degli autotrasportatori e dei trasportatori marittimi. Una delle tante difficoltà sarebbe lo scarso numero di personale abilitato al trasporto di carburante. È scattata la necessità di procedere a nuove assunzioni, non senza ulteriori problemi, visto che questi nuovi arruolamenti possono avvenire solo dopo che i candidati si siano sottoposti a corsi di formazione che necessitano tempo.
Se per i maggiori aeroporti del territorio si pensa che si possa far fronte ai disagi in tempi relativamente brevi, grazie alla presenza di personale qualificato, altro sarà per gli scali di ridotte dimensioni per i quali sono necessari tempi più lunghi.