Visiti Bologna per la prima volta? Cosa devi sapere

Se vuoi vivere Bologna ed è la prima volta nella città ci sono alcune cose da sapere per non perderti nulla della Città delle Torri.

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Bologna – viaggi.nanopress.it

Bologna è una città molto frequentata e molto amata soprattutto dagli studenti universitari ma è anche una meta turistica meravigliosa e una città accogliente e da scoprire. E oltre alle torri c’è molto altro da portare a casa, in tutti i sensi.

Bologna, le torri e le chiese

Quello che salta subito agli occhi nel panorama di Bologna sono le due torri costruite intorno all’anno 1100 e che appartenevano a due delle famiglie più facoltose della città, quando questa era un fiorente centro economico e culturale nel Medioevo. Sono la famosa Torre degli Asinelli e la Torre di Garisenda.

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San Petronio – viaggi.nanopress.it

La prima particolarità di Bologna è che proprio la Torre di Garisenda potrebbe rivaleggiare in pendenza con la Torre di Pisa. A differenza però della famosa Torre su Piazza dei Miracoli, quella di Bologna è nel mezzo di un progetto per evitare che crolli al suolo.

Queste due sono però tra le poche torri rimaste delle oltre 100 che proprio nel Medioevo occupavano il cielo sopra Bologna. Nella città si era infatti creata una rivalità tra le molte famiglie benestanti per dimostrare il proprio benessere costruendo la torre più alta dei vicini. Adesso la città è un gioiello di architettura anche se non ha più il suo aspetto di metropoli ante litteram.

Tra i luoghi da vedere, oltre alle due famose torri, ci sono Piazza di Nettuno, con l’omonima fontana dedicata al dio del mare e Palazzo di Re Enzo, e poi Piazza Maggiore o Piazza Grande, quella cantata da Lucio Dalla. La particolarità di Piazza del Nettuno è che in realtà il suo nome cambia in base a dove ti trovi.

Perché quella che viene chiamata Piazza di Nettuno in realtà poi diventa un tutt’uno con Piazza Maggiore e poi Piazza Re Enzo quando lo slargo raggiunge l’omonimo palazzo. La basilica di San Petronio, che affaccia su Piazza Maggiore, è un enorme costruzione gotica ed è la più grande mai costruita in mattoni.

Guardandola potresti pensare che ci sia qualcosa di strano e in effetti la sua facciata non è mai stata completata. Nella parte bassa, intorno ai portoni, c’è ancora il marmo che avrebbe dovuto ricoprirla interamente. Nella zona dove si trova la chiesa di San Petronio c’è anche l’archiginnasio, ovvero la primissima sede dell’Università di Bologna, che a sua volta è stata la prima università fondata nel mondo occidentale. Per completare degnamente il tuo breve tour non puoi non passeggiare sotto i portici dove la vita bolognese è più effervescente e dove si trovano moltissimi locali. Avrai l’imbarazzo della scelta se vorrai fermarti.

La Rossa, la Dotta, la Grassa

Il soprannome della città di Bologna è la Rossa, la Dotta e la Grassa. La Dotta è forse l’appellativo più facile da comprendere, dato che si rifà proprio alla presenza dell’antica Alma Mater studiorum.

La Rossa viene invece dal colore dei mattoni che non solo tengono insieme San Petronio ma anche moltissimi altri palazzi nel centro della città e che danno l’impressione quindi di trovarsi in un ambiente immerso in una luce particolare. E la grassa? È il terzo motivo per cui vale la pena di andare a Bologna.

Il cibo tipico di questa parte dell’Emilia Romagna è quanto di più ricco, in tutti i sensi, potrai sperimentare. E per toccare con mano quanta maestria ci voglia per portare a tavola un piatto di tortellini o di cappelletti è possibile prenotare dei corsi da fare in una giornata per imparare proprio la sottile arte della pasta ripiena alla bolognese. Come è facile immaginare, alla fine di ciascun corso c’è la possibilità di mangiare il risultato delle proprie fatiche.

Qualcuno, parlando de la Rossa, pensa che c’entri anche il colore della Ferrari. E forse un po’ è così: a Maranello, poco lontano da Bologna, c’è infatti il Museo Ferrari da vedere. Nella zona è anche possibile prenotare, sotto la guida esperta di piloti, un giro su uno dei modelli più famosi del Cavallino e provare così l’ebrezza di condurre un bolide rosso.

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