Se stai preparando un viaggio in Nuova Zelanda c’è un dettaglio che devi controllare perchè potrebbe essere una doccia gelata.
Tra i luoghi che tanti vogliono vedere almeno una volta c’è la Nuova Zelanda. Uno dei Paesi più lontani dall’Italia e che quindi, anche per questo, affascina enormemente. Per organizzare al meglio la tua prossima vacanza, però, c’è una informazione che devi valutare. Si tratta infatti di un annuncio ufficiale che arriva direttamente dall’ente che nel Paese è l’equivalente del nostro ministero del turismo e dell’ambiente. Alcune aree della Nuova Zelanda stanno per diventare un po’ più costose.
La Nuova Zelanda contro il turismo di massa
Abbiamo visto come nell’ultimo periodo sempre più luoghi in cui il turismo si trasforma in folle oceaniche stiano adottando sistemi per avere le risorse necessarie a mantenere le bellezze nonostante il numero crescente di curiosi. Si tratta delle cosiddette tasse di soggiorno. Nel nostro Paese è una consuetudine in moltissimi luoghi. Da nord a sud sono comprese nelle tariffe di tanti alberghi e tante strutture.
Alcuni posti, come Venezia, hanno poi deciso di modificare leggermente il loro approccio, andando a creare un biglietto di ingresso che aiuta a ridurre il turismo mordi e fuggi che ingombra le strade e le piazze e si trasforma poi solo in enormi quantità di rifiuti e di problemi. Un approccio simile è quello che ha deciso di adottare il Ministero della protezione ambientale della Nuova Zelanda per le sue aree verdi. A partire dal primo ottobre la cosiddetta tassa IVL, destinata ai visitatori internazionali, aumenta passando da 35 dollari neozelandesi a 100 dollari neozelandesi. La spiegazione viene dal comunicato ufficiale.
Un contributo da tutti
La prospettiva adottata nel comunicato pubblicato dagli uffici del ministero della conservazione e di quello del turismo e dell’ospitalità della Nuova Zelanda è quella di riconoscere come il turismo, anche quello internazionale, sia una risorsa ma che allo stesso tempo è qualcosa che provoca un costo economico, ambientale e umano nelle comunità locali. Con l’aumento dei turisti, per esempio, diventa più massiccio il traffico in alcune aree e quindi occorre mantenere le strade di queste aree in ordine.
Trattandosi però di viabilità ordinaria, i costi ricadono proprio su quelle comunità che in teoria beneficerebbero del turismo. L’aumento della tassa di soggiorno per i visitatori internazionali serve a mettere i turisti stessi nelle condizioni di contribuire a loro volta alle infrastrutture che utilizzano.
L’aumento a 100 dollari neozelandesi, che dovrebbe trasformarsi in circa 56 euro per chi viene dall’Europa, non influisce enormemente, prosegue il comunicato, su quello che è il budget finale di un turista internazionale che si trova in Nuova Zelanda e quindi non ci dovrebbe essere un calo nel numero di visitatori. Potrebbe però aggiungersi un po’ di malumore dato che si prevede anche un aumento del costo dei permessi turistici.