Viaggiare nello spazio è un obiettivo ormai prossimo a diventare realtà. Non solo gli astronauti, ma anche gente comune potrebbe scegliere di partire a bordo di navicelle spaziali per esplorare pianeti. In funzione di questa prospettiva, ma anche per valutare quali sono gli eventuali rischi per la salute per gli astronauti, vi sono studi che evidenziano quali sono le possibili conseguenze sull’organismo umano.
È stato uno studio pubblicato sul Nature Comunications a evidenziare i risultati di un’indagine svolta su cinque uomini e undici topi che sono stati nello spazio. I risultati hanno evidenziato un maggiore rischio di formazione di calcoli renali. I dati evidenziano che un astronauta ha una possibilità di sviluppare calcoli renali da 2 a 7 volte maggiore rispetto a quella che avrebbe prima della partenza.
Gli studiosi sembrano non avere dubbi circa il fatto che i lunghi viaggi spaziali manderebbero in sofferenza i reni. Una situazione che, sempre dalle indagini svolte, potrebbe anche provocare ulteriori conseguenze dannose dall’esposizione alle radiazioni cosmiche alle quali l’astronauta è esposto nel viaggio di andata e ritorno nello spazio.
Sarebbero, pertanto, diverse le conseguenze per gli esseri umani nel caso in cui dovessero vivere per periodi più prolungati in assenza di peso e sottoposti a radiazioni cosmiche. Se, infatti, le conseguenze renali sono state studiate meno, ci sarebbero, sempre secondo lo studio effettuato, altri i possibili conseguenze provocate dal vivere nello spazio: a carico degli occhi, dell’apparato cardiovascolare, dell’apparato muscolo-scheletrico, del sistema nervoso.
Questo, ovviamente, non comporta una decisione di evitare le missioni spaziali, ma fa nascere una nuova branca della medicina, attualmente, con particolare riferimento ai reni, la nefrologia spaziale. Un settore attraverso il quale verificare e studiare quali sono gli effetti sui reni e adoperarsi con misure adeguate a mantenerli in buona forma anche durante un viaggio nello spazio.
Purtroppo la sofferenza renale nello spazio non rappresenta un fatto così remoto visto che qualche anno fa si è valutato di interrompere una missione spaziale sovietica a causa della colica renale di un astronauta che, per fortuna, è riuscito ad eliminare spontaneamente il calcolo. Al momento alcune delle misure ritenute preventive per evitare conseguenze sarebbero sempre secondo lo studio pubblicato: “Bere molto, assumere potassio citrato per bocca, somministrare bifosfonati per ‘neutralizzare’ l’osteoporosi degli astronauti e la mobilizzazione del calcio dalle ossa o diuretici tiazidici che riducono l’escrezione renale di calcio”.
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