I viaggi in Tibet saranno difficili questo mese. La Cina infatti ferma tutti i turisti stranieri fino a fine marzo perché il 10 cadrà il terzo anniversario delle proteste che si verificarono nella regione nel 2008. La situazione è un po’ più complicata di questa motivazione, dal momento che si tratta più che altro di una questione politica. E’ vero che le manifestazioni violente di protesta non ci sono più ma rimangono ancora tesi i rapporti tra il governo di Pechino e il Dalai Lama, accusato in passato di aver fomentato le rivolte per poter ottenere l’indipendenza del Tibet dalla Cina. Quindi, se avete intenzione di fare una vacanza spirituale in questa regione proprio nel mese di marzo, forse è meglio rimandarlo.
Viaggiare in Tibet è off limits per i turisti nel mese di marzo. La regione, meta religiosa molto popolare in cui c’è anche un festival della preghiera, sarà più difficile, anzi, impossibile, da visitare per i turisti dal momento che gli ufficiali cinesi hanno annunciato delle importanti restrizioni di viaggio verso di essa in occasione del terzo anniversario delle aspre rivolte verificatesi nel 2008. Il capo degli ufficiali per il Tibet ha affermato che il flusso di turisti stranieri sarà ridimensionato, adducendo delle motivazioni relative alla sicurezza, al sovraffollamento e al tempo troppo freddo. Ma cosa successe 3 anni fa?
Nel 2008 in Tibet c’è stata un’inaspettata onda di proteste contro il governo cinese, la più violenta degli ultimi 20 anni. Pechino ha subito ravvisato nei seguaci del Dalai Lama i principali responsabili dei disordini, affermando che il loro obiettivo era di separare il Tibet dalla Cina.
I viaggiatori stranieri hanno pertanto bisogno di permessi speciali per visitare la regione montagnosa, ma le agenzie di viaggio dicono che gli è stato ordinato di non permettere ai turisti stranieri di entrare in Tibet in prossimità dell’anniversario delle rivolte, e che proseguirà fino alla fine di marzo. Le rivolte, 3 anni fa scoppiarono a macchia d’olio tra le comunità tibetane della Cina occidentale e furono fermate con la forza militare.
Sebbene il Dalai Lama stia cercando solo l’autonomia della regione e non l’indipendenza dalla grande Cina, i disordini hanno provocato la morte di centinaia di persone. La Cina attualmente non permette ai giornalisti stranieri di recarsi in Tibet o nelle aree in cui è attivo il servizio restrittivo, rendendo davvero difficile la verifica delle notizie dalla regione.
Vacanza spirituale o lavoro, marzo pazzerello non è proprio il periodo ideale per recarsi in Tibet.
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