In Turchia esiste un luogo chiamato Cisterna Basilica, ma il Paese è in realtà costellato di magici luoghi tutti il manto stradale.
La storia del genere umano si è svolta per buona parte del tempo sopra la superficie della Terra. Ma esiste anche tutta una parte di storia che si è invece svolta nel sottosuolo. All’interno di grotte, dentro le catacombe, nelle strutture scavate e riadattate per i motivi più diversi. Se sei un amante delle esplorazioni sotterranee non puoi perderti ciò che c’è sotto i tuoi piedi visitando la Turchia. A partire dalla cisterna basilica ecco altri luoghi che vivono al riparo da tutto.
I misteri di una Turchia che non si vede
La Turchia è forse uno dei Paesi più affascinanti tra quelli che affacciano sul Mediterraneo. Soprattutto perché si trova letteralmente a metà strada tra Europa e Asia. E se una delle sue attrazioni più importanti è la basilica di Santa Sofia, c’è tutto un mondo da scoprire sotto Istanbul e nelle fondamenta degli altri centri principali.
Un luogo molto conosciuto è la cosiddetta Cisterna Basilica. Una struttura che risale all’epoca dei romani e che è da sempre attrazione turistica e set cinematografico. Ma c’è ben altro da scoprire scendendo appena sotto il piano stradale. A circa 30 km da Mardin, Turchia sudorientale, ci sono i dungeon di Dara. Alla metà degli Anni ’80 gli archeologi hanno iniziato a scavare cercando i resti dell’antico insediamento romano con lo stesso nome e si sono imbattuti nei resti di una città del VI secolo.
Tra le molte strutture rinvenute, oltre ad un oleificio perfettamente conservato e ad una serie di tombe anche un sistema di cisterne. La più grande di queste cisterne è diventata nei secoli anche oggetto di miti e racconti locali al punto da assomigliare ai dungeon dei racconti fantasy. In realtà anche in questo caso si trattava di cisterne fatte costruire dai Romani per raccogliere l’acqua che scivolava giù dalle montagne.
La cisterna ritrovata di Şerefiye
Questa cisterna merita di essere esplorata e di essere ammirata. Non fosse altro che è tornata alla luce circa 15 anni fa, dopo essere rimasta sepolta per diversi secoli. Come la più famosa Cisterna Basilica di Istanbul anche questa è una vestigia del passato romano di Costantinopoli. In particolare la cisterna Şerefiye risale al regno di Teodosio II, che regnò intorno al 400 d.C.
Il suo scopo era lo scopo tipico delle cisterne: raccogliere e mantenere l’acqua per i periodi di siccità. La sua esistenza è stata data per scontata ma poi, a causa di costruzioni spregiudicate che avevano coperto l’area della cisterna all’inizio del 1800, era sparita dalle mappe. Letteralmente. Soltanto nel 2010, quando finalmente parte delle costruzioni ingombranti sono state demolite, è saltato fuori l’ingresso della cisterna. Una cisterna di dimensioni ragguardevoli con un collegamento diretto con l’acquedotto di Valente. All’interno della gigantesca vasca, colonne corinzie decorate con anelli di bronzo per segnare l’altezza dell’acqua. Un luogo che adesso ospita eventi culturali importanti.
Ancora più indietro nel tempo
Come abbiamo visto da questo rapido passeggiare sotterraneo, le costruzioni che si trovano sotto il manto stradale delle città della Turchia, come altrove, sono costruzioni che risalgono bene o male all’epoca romana. Ma c’è un luogo che invece va molto più indietro nel tempo. Si trova nella zona sudorientale della Turchia a Şanlıurfa: si tratta dell’area archeologica di Göbeklitepe.
Nascosto tra le colline, questo sito archeologico nasconde una grotta enorme naturale che di per sé è uno spettacolo che vale il viaggio. Ma è ciò che gli archeologi hanno trovato al suo interno che è particolarmente straordinario: una serie di gigantesche stele del peso di circa 5 tonnellate ciascuna. Su ciascuna di queste enormi pietre sono stati rinvenuti animali incisi da esseri umani vissuti circa 9000 anni prima della nascita di Cristo.
A confronto persino Stonehenge, che risale a circa 3000 anni prima di Cristo, è una costruzione molto più recente. La teoria più accreditata è che queste enormi stele di pietra siano state erette da tribù di cacciatori raccoglitori come luogo di culto.