Individuata su Marte una roccia abbagliante, mai vista in precedenza: la scoperta effettuata dal rover Perseverance.
Un masso molto chiaro e decisamente insolito, è stato individuato dal rover Perseverance sulla propria rotta su Marte. Tale roccia, ad ogni modo, è emergeva dal cratere, rappresentando, nei fatti, un masso che non era mai stato individuato sul pianeta rosso. Scopriamo, dunque, insieme l’importanza di questa scoperta dal punto di vista scientifico.
Scoperta roccia abbagliante su Marte
Il team della NASA ha effettuato diverse scoperte interessanti, sul piano geologico, nella zona di un antico canale fluviale, presente nella zona denominata Bright Angel, individuata, in precedenza, su Marte.
Bisogna considerare anche il fatto che l’agenzia spaziale lavora sul progetto da 2021, concentrando i propri sforzi nel cratere marziano Jezero che, nel corso degli ultimi anni, ha attirato molta attenzione da parte della comunità scientifica.
Nello specifico, dunque, è stata individuata un roccia abbagliante dal Rover della NASA, chiamato Perseverance.
Una scoperta molto importante, considerando il fatto che i geologi – fino all’ultimo – hanno sperato, per l’appunto, di trovare rocce che si differenziassero rispetto a quelle già studiate in precedenza, ricche di olivina e di carbonati. In questo modo, dunque, si potrà studiare ancora meglio la storia di Jezero.
Il percorso effettuato per raggiungere Bright Angel
Al fine di raggiungere Bright Angel, il Rover della NASA ha dovuto percorrere un canale presente all’interno del fiume Neretva Vallis, he tanti miliardi di anni fa, trasportava acqua verso Jezero.
Evan Graser, vice responsabile della pianificazione strategica del percorso di perseverance al Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha dichiarato, in merito, che, in un primo momento, si sono mossi in modo parallelo al canale, facendo degli importanti progressi nel corso del tempo fino a gennaio.
Poi, ad un certo, punto i massi sono diventati ancora più grossi e numerosi. Per questo motivo, dunque, la velocità del rover è drasticamente diminuita da centinaia di metri al giorno, fino poi ad arrivare a decine di metri.
Il ricercatore, inoltre, ha affermato che, nel momento in cui i massi aumentavano, anche il sistema di navigazione automatico ha iniziato a dare i primi problemi, proprio quando stava per avvicinarsi a Bright Angel. A quel punto, dunque, hanno sfruttato un canale privo di dune, utile per non far insabbiare il rover.
Grazie a questa intuizione, dunque, si è potuto scoprire il masso abbagliante che compone il Monte Washburn. Una roccia, dunque, che ha attirato l’attenzione dei ricercatori, i quali lo hanno definito un “tesoretto geologico”, chiamato Atoko Point.
Nello specifico, si sono trovati di fronte ad un masso maculato molto chiaro, alto 35 cm e largo 45 cm. Secondo l’analisi effettuata sul reperto, la roccia sarebbe composta da minerali come il feldspato e il pirosseno.