Sposteremo le lancette in avanti, dormendo meno ma godendo più ore di sonno.
A fine mese le lancette dell’orologio balzeranno in avanti di un’ora. Tra il 30 e il 31 marzo torna l’ora legale, quindi l’orologio andrà avanti di un’ora e la bella stagione si farà sempre più vicina. L’alternarsi di ora solare e ora legale sembra non trovare tutti d’accordo però, a tal punto che alcuni Paesi da tempo chiedono l’abolizione di questo sistema.
Perché si parla di abolizione del cambio orario
Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, che segna l’arrivo della Pasqua, dovremo spostare le lancette avanti di un’ora per impostare l’ora legale. Questo cambiamento ci permetterà di dormire un’ora in meno, ma c’è di buono che avremo un’ora in più di luce al giorno.
In alcuni paesi però questo alternarsi di due sistemi per misurare il tempo e lo scandire delle ore non è così efficace. È il caso per esempio dei Paesi del Nord Europa: la loro posizione geografica fa sì che nei mesi estivi non vedano particolare benefici, al contrario dei paesi del Mediterraneo, tra cui appunto l’Italia. Ecco perché molti paesi del Nord-Europa da anni chiedono l’abolizione dell’ora legale. In realtà molti anni fa questa fase dell’anno era conosciuta come “ora solare”, perché corrispondente ai mesi estivi, perché coincide appunto coi mesi più caldi, con più ore di sole e che rendono possibile quindi sfruttare più luce.
Grazie al cambio d’ora, per la quasi totalità della popolazione negli emisferi le ore di luce coincidono con quelle di maggiore attività, permettendo un risparmio anche sui consumi energetici. Se non ci fosse l’ora legale, perderemmo diverse ore di luce dell’alba fino al momento in cui iniziano la gran parte delle attività lavorative della popolazione. Ecco perché almeno in Italia persisterà l’alternarsi tra “ora solare” e “ora legale” che, come spiegato, farà il suo ingresso a fine marzo.