Tempesta solare in corso e il mondo è in allerta: possibili disagi per reti internet, telecomunicazioni e segnali GPS.
Il 2022 sembrerebbe essere un’annata molto attiva per il nostro Sole. Già a marzo aveva fatto parlare di sé originando ben 146 brillamenti solari che hanno reso possibile l’osservazione dell’Aurora Boreale anche in luoghi più lontani del solito. Ed ecco che a distanza di pochi mesi, la storia si ripete.
Una tempesta solare preannunciata
Le eruzioni solari sono delle potentissime scariche di energia provocate dall’espulsione del plasma sulla superficie del Sole. Questa espulsione, detta anche espulsione di massa coronale (CME) o brillamento solare, si libera nello spazio ad altissima velocità e spesso finisce per colpire anche la Terra.
All’origine della tempesta solare in corso, vi è la scoperta di una gigantesca macchia solare. Dal giorno della sua prima osservazione, il 19 giugno 2022, questa è cresciuta con una velocità incredibile fino a raggiungere dimensioni esorbitanti (3 volte la Terra).
L’inizio dell’eruzione solare è da collocare lo scorso 19 luglio, ma gli scienziati hanno prolungato lo stato dall’allerta fino alla giornata di oggi, 21 luglio.
La nostra stella ha iniziato a emettere espulsioni di massa coronale (scientificamente CME) già lo scorso 15 luglio, ma molto lentamente. La Nasa aveva predetto l’arrivo della tempesta sul Pianeta alcuni giorni fa. Solo il 19 luglio l’evento è stato confermato da un tweet della dottoressa Tamitha Skov, fisica meteorologica spaziale, che ha scritto:
«Confermato! Stiamo già vedendo l’aurora in Alberta, in Canada, durante questa tempesta solare in avvio.»
Oltre a provocare disagi, infatti, le tempeste solari sono le responsabili delle spettacolari Aurore Boreali che in questo caso specifico potrebbero essere visibili in molte parti del mondo.
Tempesta solare: il bollettino ufficiale
È stata la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) degli Stati Uniti a pubblicare il bollettino ufficiale 3-days forecast. L’enorme brillamento che ha puntato dritto dritto verso la Terra è di categoria M, poco meno potente dei più elevati di categoria X, e per questo gli studiosi lo hanno sottoposto fin da subito a monitoraggi costanti e studi.
Gli esperti hanno spiegato che il fenomeno è dovuto all’espulsione di massa coronale dello scorso 15 luglio e che potrebbe esserci la possibilità che si verifichi un blackout R1 – R2 generale (la probabilità è del 45%, una percentuale di certo non bassissima). In ogni caso sono già stati riscontrati problemi e disturbi alle reti satellitari e alle comunicazioni.
I possibili disagi
Quando una tempesta geomagnetica investe la Terra, il primo problema che si potrebbe dover affrontare è quello di un blackout sulle reti elettriche e satellitari. I dispositivi elettronici smetterebbero quindi di funzionare, intere città potrebbero rimanere al buio per via dei malfunzionamenti delle reti elettriche, le comunicazioni e i segnali radio satellitari e GPS risulterebbero disturbati.
Inoltre, potrebbero verificarsi anche effetti negativi sulla circolazione dei treni e guasti al segnale ferroviario o ancora interferenze con il sistema di segnalamento. I semafori verdi potrebbero per esempio diventare rossi, creando una serie di problematiche ed errori a catena su tutta la viabilità e la sicurezza stradale.
Ma non solo. Le tempeste solari avrebbero conseguenze anche sulla salute dell’uomo. I meteoropatici potrebbero iniziare a soffrire di mal di testa e, cosa ancora più grave (seppur poco probabile in questo caso) le radiazioni potrebbero causare alterazioni cromosomiche al DNA se assorbite dalla nostra pelle.
Non solo effetti negativi: le meravigliose Aurore Boreali
Tuttavia ci sono anche lati positivi. Un’eruzione solare provoca le magnifiche Aurore Boreali, bande luminose dai colori rosso, verde e azzurro che incantano e illuminano i cieli. A causa dell’attuale brillamento solare, South Dakota, Nuova Zelanda e Tanzania hanno già potuto avvistare questo spettacolare fenomeno. Non si esclude la possibilità che possa essere visibile anche in luoghi più distanti dal solito, in Asia del Nord, Europa e Gran Bretagna.