Tassa di soggiorno: dove si paga in Italia e in Europa

Tassa di soggiorno Pisa
Tassa di soggiorno Pisa

La tassa di soggiorno, l’imposta comunale i cui introiti servono a finanziare interventi a favore del turismo del comune che la applica, è un argomento molto dibattuto, tanto che sia in Italia che in Europa ci sono città che l’hanno già abbracciata, altre che la stanno valutando, altre che hanno detto un secco no. Per chi non lo sapesse la tassa di soggiorno viene applicata sulle tariffe alberghiere per notte e varia da pochi centesimi a qualche euro a seconda della tipologia di hotel e della zona, ma questo sempre tutto a discrezione dell’amministrazione comunale.

L’imposta è stata introdotta in Francia nel 1910. In Italia a ora la applicano solo poche città, neanche a dirlo quelle che hanno il traffico turistico più elevato della penisola: Roma, Firenze, Venezia e da inizio marzo anche Pisa. Nella città della torre pendente si pagherà 2 euro a notte per alloggiare in un hotel di lusso, 1,5 euro per un albergo di media categoria, 1 euro per una sistemazione low cost. Molto più dispendiosa la vicina Firenze: il capoluogo toscano prevede variazioni da 1 a 5 euro, a seconda delle stelle degli hotel. A Roma la tassa c’è dal 1 gennaio 2011: lì si paga 2 euro a notte per dormire in un albergo fino a tre stelle. Venezia ha suddiviso l’area turistica in tre zone, e applica variazioni a seconda del luogo e della stagione: si va da un minimo di 0,30 centesimi a un massimo di 5 euro. Milano ancora si interroga sull’eventualità di applicare o meno il tributo.

In Europa Berlino introdurrà la tassa a partire dal 2013, con un contributo pari al 5% del valore del soggiorno. Le città di Colonia, Duisburg e Brema hanno invece già aderito; al contrario Lipsia e Francoforte hanno posto un categorico rifiuto. A Dresda ed Amburgo si discute ancora. In Spagna il test alle Baleari è fallito, ma si parla di introdurla in Catalogna. Ad Amsterdam invece c’è già, ed è pari al 5% del soggiorno.

Foto da Flickr

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