Un appassionato di reperti antichi ha ritrovato un oggetto misterioso e particolarmente raro. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e perché vale tanti soldi ovvero ben 146 mila euro.
L’oggetto misterioso ritrovato risale al medioevo e il suo prezzo quotato all’asta è così alto perché è piuttosto raro ed eccezionale.
L’oggetto misterioso è stato ritrovato quasi per caso non dagli studiosi ma da un appassionato di ricerche di reperti antichi. L’uomo, infatti, si è avventurato nei pressi di un abbazia, insieme al suo fidato metal detector. Quando lo strumento ha suonato, l’uomo non pensava ci fosse qualcosa di importante. Eppure, dopo aver scavato, quello che aveva tra le mani era un oggetto misterioso.
Girandolo e rigirandolo, quell’oggetto misterioso, trovato quasi per caso, somigliava quasi al disco magico di qualche stregone. Il disco era diviso in due parti che appartenevano ad uno stesso corpo. Di cosa si trattava? Di un quadrante magico che è stato battuto all’asta Christie’s di Londra per 126 sterline ovvero circa 146 mila euro. L’uomo non avrebbe mai pensato di trovare un oggetto così di valore. Ma che cosa rappresenta esattamente questo disco?
L’oggetto misterioso rappresenta un quadrante scientifico polifunzionale realizzato in bronzo ovvero uno strumento scientifico che è stato prodotto in un’epoca ben definita. L’anno di realizzazione, infatti, è quello impresso sul disco ovvero il 1311, in Inghilterra. Grazie al quadrante si potevano svolgere una serie di funzioni. Ci si poteva orientare nello spazio (meridiana), tenere conto dei giorni (calendario), calcolare le altezze e via dicendo. Si poteva usare sia come recto che nel verso.
Il quadrante, con un raggio di 57 millimetri, era noto con il nome latino quadrans vetustissimus e, con molta probabilità, era stato ricavato dalla teoria dei conteggi ipotizzata da Baghdadi nel suo manoscritto del IX secolo circa.
Non è la prima volta che si registrano tali oggetti. i primi, vennero scoperti a Montpellier ed erano risalenti al XIII. Certamente, si tratta di metodi rudimentali per calcolare il tempo ma, all’epoca della loro creazione, tali quadranti erano utilizzati dalle persone dell’alta società. La regina Isabella, ad esempio, li aveva e glieli avevano danti gli abati di St. Albans.
Il quadrante rinvenuto dall’uomo è simile ad altri due quadranti: uno conservato al British Museum e un altro rinvenuto al Museo Galilei di Firenze. Le somiglianze sono notevoli con il quadrante trovato da Simon Neal, che si chiama di Chetwode.
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