Dentro dell’ambra di 99 milioni di anni fa, gli scienziati rinvengono qualcosa che fa molto parlare. Vediamo insieme di che si tratta.
Ci sono curiosità dal mondo della natura che hanno spesso il potere di sconvolgere non solo noi normali cittadini, magari semplici appassionati, ma anche gli stessi scienziati. Oggi vediamo insieme cosa è successo analizzando alcuni antichissimi esemplari di 99 milioni di anni fa. Ne parlano in tutto il mondo, volete sapere di che si tratta?
Un nome antico dall’etimologia molto incerta, quello di questa resina. Deriva forse dall’arabo ambar. Molto commerciata in Sicilia ed in Grecia, si tratta di una resina fossile che viene emessa dalle conifere. Poi nel tempo si fossilizza, acquisendo il tipico aspetto traslucido e di colore o giallo (il più tipico) o rossiccio, bruno. In alcuni casi sono stati rintracciati anche esemplari di colore verde, blu, anche bianco.
Molto apprezzata in gemmologia e mineralogia, dove però è considerata un mero composto organico, l’ambra appare come opaca, ma acquista lucidità quando viene opportunamente lavorata.
Nel mondo moderno la si può trovare in natura anche in Europa, soprattutto in Lettonia, Germania, Svezia, Polonia ed è molto lavorata per creare collane, orecchini, anelli, ma anche complementi di oggetti quali pipe, impugnature di bastoni. Anticamente questa resina era vista come sacra e dunque utilizzata per terapie e come amuleto, soprattutto in culture quali quella buddista.
Chi si appassiona di mineralogia e cristalloterapia vi dirà che è considerata come un amuleto, in grado di portare positività, ottimismo, creatività, forza vitale e fertilità. Spesso si regala per donare calma, energia. Anche alle donne che hanno appena avuto un bambino, perché si pensa possa fungere da disintossicante ed antidolorifico. Soprattutto nel periodo della dentizione, ma anche come potente antiallergico.
Secondo gli esperti, grandi quantità di ambra si trovavano in età carbonifera. Dunque il periodo che precede la comparsa delle angiosperme. Soprattutto, può contenere insetti che rimangono imprigionati al suo interno proprio nel momento in cui si forma. E proprio di questo parla la vicenda di oggi, che ha a che fare con dell’ambra di 99 milioni di anni fa.
Gli scienziati all’interno di questo antichissimo esemplare hanno rinvenuto addirittura delle…piume di uccello. Si tratta secondo quando dichiarato alle riviste scientifiche, di una prova fossile, la prima in assoluto, che mostra la muta giovanile.
Ad occuparsi di questa ricerca un team coordinato dal professor Jingmai O’Connor, che lavora al Field Museum di Chicago. Si tratterebbe di piume appartenenti ad alcuni animali noti come Enantiornitini.
Sono in poche parole alcuni uccelli primitivi con caratteristiche molto diverse tra specie e specie. Si stima vissero nel periodo Cretaceo, dunque in un periodo che va da 120 a 65 milioni di anni fa. Pare fossero tra i più presenti uccelli del periodo Mesozoico. Gli scienziati li descrivono come uccelli evoluti, sebbene una parte della comunità scientifica li ritenga non proprio degli uccelli in senso stretto.
Pare fossero molto simili ad altri tipi di uccelli primitivi. Il loro aspetto era caratterizzato di ali con artigli e bocca dentata. Alcuni di questi esemplari erano di forme e dimensioni piccolissime, altri invece addirittura grandi come avvoltoi.
Gli enantiorniti, molto diffusi, pare si estinsero nello stesso periodo dei dinosauri. Dopo l’arrivo del famoso asteroide sulla Terra, le temperature sono calate repentinamente, rendendo risorse per la loro sopravvivenza praticamente irreperibili. Questo, misto ad un habitat non più favorevole, perché necessitavano di temperature “più calde” rese la loro permanenza sul pianeta una questione di ore contate.
Le piume trovate nell’ambra, secondo l’equipe sono tutte del medesimo stadio di sviliuppo, cresciute contemporaneamente.
Non è la prima volta che si rintraccia questa curiosa presenza nell’ambra. In passato gli scienziati raccontano di altri tipi di piumaggio. Reperti interessanti che rendono possibile recuperare la cheratina contenente nei piumaggi. E dunque studiare meglio il passato di queste creature ormai estinte.
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