Spiagge libere, ecco la regione italiana che ne possiede di più

In Italia, le spiagge libere stanno, progressivamente, diminuendo anche se c’è una regione italiana che ne possiede di più: qual è. 

Spiaggia libera
Spiaggia libera (viaggi.nanopress.it)

Le spiagge libere sono un’ottima opzione per coloro che non hanno molti soldi da investire per un’eventuale vacanza al mare. C’è da dire, però, che negli ultimi anni, le stesse stanno progressivamente stanno diminuendo, quindi sono sempre meno le regioni che mettono a disposizione parti di litorale completamente gratuite. Per questo motivo, emergono diverse criticità, in merito, in quanto si sta portando avanti sempre più massiccio processo di privatizzazione delle spiagge. C’è, però, una regione che ne possiede di di più. Scopriamo, dunque, insieme quale punto

Spiagge libere, la regione he ne ha di più

L’Italia è caratterizzata da 8300 chilometri di costa, ma – negli ultimi anni – sta affrontando un problema, sempre più pressante, che riguarda la privatizzazione delle spiagge, nonostante la legge costituzionale che definisce la spiaggia, sia essa rocciosa o sabbiosa, come parte del demanio dello Stato.

Ogni cittadino dovrebbe avere il diritto di attraversare la battigia in modo da poter fruire della spiaggia, ma la realtà mostra un quadro diverso, visto che è registrato un aumento delle concessioni private. Secondo un recente report di Legambiente, solo il 50% delle spiagge italiane rimane libero, ma non è detto che tutto questo spazio sia balneabile, a causa di fattori tra i quali possiamo annoverare l’inquinamento e le condizioni geografiche.

Ragazza su spiaggia libera
Ragazza su spiaggia libera (viaggi.nanopress.it)

Anche se le spiagge libere diventano sempre più un miraggio, alcune regioni resistono meglio di altre alla tendenza della privatizzazione.

Tra queste, infatti, ci sono il Molise, il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna e la Sicilia che mettono ancora, a disposizione dei bagnanti, ampie aree accessibili, a differenza di regioni come la Liguria, l’Emilia Romagna e la Campania, dove oltre il 70% delle spiagge balneabili è gestito da privati. Queste concessioni spesso limitano l’accesso alla battigia, nonostante le normative dovrebbero garantirne l’accesso libero.

Cosa fa la legge in merito

Il panorama normativo italiano sembra essere poco sufficiente al fine di regolamentare le concessioni in modo che non pregiudichino l’accesso pubblico, né danneggino l’ecosistema costiero.

Il problema si complica con la cementificazione delle coste che aumenta i rischi idrogeologici. Inoltre, la distribuzione della percentuale di coste concesse in concessione varia – in modo significativo – da regione a regione: il Nord e il Sud, infatti, mostrano grandi differenze in termini di gestione ed accessibilità delle spiagge.

Infine, un’altra questione critica riguarda l’inquinamento, visto che alcune regioni che molte spiagge, che se libere, sono talmente inquinate da risultare, nei fatti, non balneabili, in quanto contaminate. Pertanto, è molto importante conferire maggiore attenzione al problema, sia per consentire ai bagnanti di utilizzare spiagge libere e mare, ma anche – e soprattutto – per tutelare la biodiversità marina e le coste.

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