A Sharm el Sheikh sbarcano gli esperti degli Usa per tentare di catturare il famigerato squalo, o il branco di squali, che nell’ultima settimana ha terrorizzato i turisti aggredendo, ferendo e infine uccidendo alcuni bagnanti. Una task force americana, composta da tre esperti, è arrivata nella località turistica del Mar Rosso per studiare e cercare di capire il comportamento, ritenuto anomalo, degli squali. Intanto le cronache continuano a parlare dello squalo di Sharm, con la conseguente preoccupazione da parte non solo delle autorità egiziane, ma anche delle strutture vacanziere e dei turisti in partenza.
E’ di circa una settimana fa la notizia della cattura dello squalo a Sharm dopo un attacco a quattro bagnanti che stavano tranquillamente facendo il bagno nelle acque, solitamente molto tranquille, di Sharm el Sheik: il risultato è stato di due donne con le braccia lacerate e un’altra coppia di turisti ferita in modo serio.
Dopo qualche giorno, e la riapertura delle spiagge, è arrivata la notizia della morte di una turista settantenne, aggredita mentre nuotava vicino alla riva davanti al suo hotel e purtroppo deceduta in seguito alle ferite riportate: la conseguenza diretta è stata la chiusura di tutti gli impianti di balneazione e il panico che ha iniziato a serpeggiare tra i turisti già arrivati nei villaggi e quelli invece in partenza, magari per passare il Natale 2010 a Sharm in cerca di caldo, sole e relax.
Per il momento, le immersioni in uno dei luoghi considerati paradisi dei sub, rimangono consentite solo nelle acque della riserva di Ras Muhammad: nonostante la cattura di due esemplari di squali, di cui uno pare essere in effetti il responsabile di almeno uno dei cinque attacchi degli ultimi giorni, non si può ancora prevedere quando cadrà il divieto di balneazione nelle splendide acque del Mar Rosso.
Ad aiutare però le autorità egiziane, sono arrivati tre esperti americani direttamente da Florida e California: la situazione di Sharm è considerata molto particolare e del tutto atipica, visto che gli squali di quella zona sono normalmente pacifici e non attaccano gli esseri umani. I motivi potrebbero quindi essere legati ad un accadimento strano, al di fuori del normale, oppure all’arrivo di squali residenti di solito in altre zone ed emigrati per cause ancora sconosciute. L’ipotesi più accreditata riguarderebbe lo scarico in mare di un container contenente carcasse di pecore, che avrebbero attirato squali oceanici nella zona.
Anche l’Italia si è schierata a fianco degli esperti Usa: lo Shark Expo, centro di ricerca sugli squali di Jesolo, infatti, è in attesa del via libera da parte del governo egiziano per inviare sul posto una propria squadra di esperti.
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