Sono un importante tesoro storico e culturale, che ha permesso di capire molto sulla vita degli antichi popoli egizi e sulla loro tecnologia medica.
Conservate in maniera perfetta, hanno fornito informazioni preziose sulla salute e sulle malattie dell’antico popolo aiutando gli studiosi a comprendere meglio la storia della medicina e della salute.
Parliamo delle mummie egizie, che sono conservate in maniera esemplare nonostante il tempo passato.
Questo ci fa capire quali fossero le competenze degli esperti dell’epoca.
Un recente ritrovamento potrebbe svelare quale fosse il segreto della tecnica dell’imbalsamazione: un laboratorio di circa 2500 anni fa, usato appunto per svolgere questo rito.
Ma quali sono le miscele usate inaspettate? Gli scienziati e studiosi hanno effettuato un’accurata analisi chimica degli ingredienti utilizzati.
Gli egizi e l’imbalsamazione
Il popolo degli Egizi, famoso per la pratica dell’imbalsamazione, utilizzava tantissimi elementi. Miscele vere e proprie, composte di resine botaniche, ma non solo.
Le sostanze venivano estratte anche da piante del Sud Est asiatico, un’assoluta novità. Pubblicata in maniera dettagliata da una rivista scientifica, poiché fino ad alcune scoperte che ora approfondiremo, tutte le informazioni in tale campo provenivano dalle analisi effettuate sulle mummie stesse e dai testi antichi.
Abbiamo parlato della scoperta di un laboratorio, che rappresenta una vera svolta storica.
Si trova a Saqqara, un cimitero egizio molto antico, dove i reperti ritrovati all’interno vengono datati in un periodo compreso tra il 664 e 525 avanti Cristo. Ma il cimitero era in uso da ben 3000 anni prima di Cristo.
Gli archeologi hanno rinvenuto migliaia di vasetti in ceramica etichettati, con all’interno estratti di piante e animali. Gli antichi egizi quindi erano molto attenti e non lasciavano nulla al caso durante la pratica dell’imbalsamazione. Le sostanze utilizzate, non erano solo quelle del posto, ma anche sostanze prelevate a chilometri di distanza.
All’interno del laboratorio sono stati ritrovati anche vasi, misurini, ciotole che riportavano i nomi degli ingredienti e degli olii utilizzati, ma anche utensili per il trattamento delle mummie.
Furono trovate anche 35 mummie e ben 4 sarcofagi e anche un pozzo al centro del laboratorio utilizzato come luogo di sepoltura comune (esso conduce a delle camere funerarie).
Ricordiamo che le mummie degli antichi egizi, necessitavano di un processo di imbalsamazione che richiedeva molte fasi e quindi molto tempo, e soprattutto conoscenze mediche avanzate.
Si credeva che la mummificazione garantisse vita eterna e la continuazione della vita dopo la morte. Venivano infatti sepolti, insieme alla mummia, molti oggetti e tesori, per accompagnare il defunto nell’aldilà.
Oltre all’importanza culturale e storica, le mummie hanno anche fornito delle informazioni preziose sulle malattie e sulla salute del popolo.
Gli studiosi infatti, hanno analizzato denti e tessuti delle mummie stesse, per capire proprio quali malattie fossero presenti e come gli egizi si prendessero cura della propria salute.
Gli ingredienti segreti utilizzati
Per analizzare le miscele utilizzate, gli studiosi si sono affidati ad una tecnica chiamata gascromatografia-spettrometria di massa, tecnica molto particolare.
Tale ricerca è stata effettuata nel laboratorio del Centro Nazionale di Ricerca di Giza.
I chimici hanno scoperto la presenza di ingredienti come gli estratti di ginepro, di cedro e di cipresso. Hanno scoperto anche l’utilizzo del bitume del Mar Morto, la cera d’api e i grassi animali.
Ma due sostanze scoperte, sono davvero sorprendenti, soprattutto per la loro provenienza.
La prima è una resina, l’elemi, dalla consistenza molto simile al miele, ricavata da un albero che si trova nelle foreste pluviali africane e asiatiche.
La seconda sostanza, è la dammar, una resina gommosa, che invece proviene da alberi delle foreste tropicali dello Sri Lanka e dell’India meridionale.
Da questi grandi studi, è anche emersa la conoscenza davvero accurata delle miscele e delle sostanze degli imbalsamatori egizi. I vasi scoperti contenevano delle miscele molto complesse, che venivano in alcuni casi distillate o scaldate.
Alcuni ingredienti, come le resine, avevano delle proprietà antimicotiche e antimicrobiche, o di controllo degli odori. Su un vaso di argilla, infatti, che conteneva grasso animale e l’elemi, ritrovato nel laboratorio, veniva riportata proprio la sua funzione.
Gli imbalsamatori quindi, avevano una conoscenza approfondita degli ingredienti che utilizzavano per imbalsamare le mummie. Ma soprattutto erano anche studiosi di risorse ricercate in terre molto lontane.