Ogni giorno si scopre sempre qualcosa di nuovo come questa specie molto antica trovata all’interno di un’ambra.
L’ambra è una resina fossile che viene identificata in base alla sua provenienza geografica. Sia in gemmologia che in mineralogia è considerata una sostanza amorfa. Appartiene alla classe mineralogica dei composti organici.
È una resina emessa dalle conifere che si fossilizza e si solidifica nell’arco ovviamente di molto tempo. Al suo interno, a volte, è possibile trovare alcuni resti vegetali ed altri anche animali. È un oggetto molto utilizzato per la creazione di gioielli.
In alcuni casi, però, ha una valenza molto importante da un punto di vista scientifico. Ed è questo, infatti, il caso. Sulla rivista Current Biology è apparso un articolo in cui si parla di un’ambra libanese contenente un fossile di zanzara.
Secondo le ricerche sembrerebbe che questo fossile risalga al cretaceo inferiore. La cosa molto particolare è la zanzara presente all’interno dell’ambra non compaia tra le specie conosciute. L’ambra ritrovata colloca la sua formazione nel momento “dell’apparizione e l’inizio dell’irraggiamento delle piante da fiore”.
Il fossile, inoltre, è in perfette condizioni. Ha permesso ai ricercatori di studiare due esemplari di zanzare maschio che risalgono a circa 130 milioni di anni fa. La scoperta significativa è quella di un elemento che mai era stato ritrovato prima.
Gli esemplari infatti presentano un “apparato boccale penetrante”. Significa cioè che presentano una struttura molto simile al pungiglione delle zanzare presenti ancora oggi. Il dettaglio è significativo perché sono sempre state le zanzare femmine a nutrirsi di sangue.
Questo potrebbe significare che 130 milioni di anni fa anche i maschi si nutrivano di sangue. Tutti gli scienziati sono concordi nel dire che la famiglia Culicidae, quella delle zanzare appunto arrivi direttamente dal periodo giurassico.
Un periodo storico che risale a 250 – 145 milioni di anni fa. Gli studi fino ad oggi si sono sempre basati sui genomi delle zanzare. Raramente gli studiosi hanno avuto a che fare con prove materiali come il fossile recentemente scoperto.
Per questo motivo il ritrovamento è unico nel suo genere. Libanoculex intermedius, il nome della specie in questione dimostra che 130 milioni di fa anni fa anche gli esemplari maschi erano ematofagi. Si nutrivano, cioè, di sangue esattamente come le femmine.
L’apparato boccale dei maschi ritrovati nell’ambra libanese è ben sviluppato. La protuberanza è affilata ed è simile a un dente. Ed è quello che poi diventerà il fastidioso pungiglione che conosciamo oggi. Attraverso questo la zanzara riesce a perforare la pelle e a risucchiare il sangue.
Questo è uno, se non l’unico, dei fossili ritrovati che permette di indagare i cambiamenti evolutivi delle zanzare. E che permetterà di comprendere che cosa abbia spinto la specie a subire una mutazione così significativa.
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