Trovata una massa gelatinosa nei fondali marini da una squadra di sommozzatori. Ecco di cosa si trattava in realtà. A rivelarlo alcuni studiosi che avevano già trovato una cosa del genere in altri mari del nostro pianeta.
Di recente, una squadra di sommozzatori si è immersa nell’Oceano per trovare qualcosa di davvero incredibile. All’inizio non avevano capito cosa fosse. Si tratta di una scoperta sorprendente che meraviglierebbe chiunque vi si imbattesse. E trovarla non è così raro come si pensa.
Massa gelatinosa nei fondali marini
Sono davvero tantissime le scoperte fatte nei fondali marini, come ad esempio quel ritrovamento compiuto nei fondali del Mediterraneo. Oggi vi parliamo di una scoperta avvenuta nelle acque norvegesi ad opera di una squadra di sommozzatori, che stavano cercando un rottame risalente al periodo della Seconda guerra mondiale nell’ottobre del 2019. I sommozzatori in questione avrebbero trovato una gigantesca massa traslucida che
galleggiava proprio nelle acque fredde del fiordo. Ma non è la prima volta che avviene una scoperta di questo tipo. Ancor prima, era stato avvistato uno strano tubo traslucido e luminescente, che la biologa marina che lavora presso l’Istituto oceanografico di Woods Hole (WHOI) nel Massachusetts, USA, Rebecca Helm, ha saputo definire.
La scoperta compiuta nel 2019 e riportata sul canale Youtube da un milione e mezzo di iscritti, Famiglia Suricata, sarebbe quella di una massa gelatinosa grande addirittura quando un essere umano. Ma cosa conteneva quest’incredibile massa? Si trattava di migliaia di uova abbandonate nell’oceano che non smettevano di galleggiare. Ora di seguito vi sveliamo davvero di cosa si trattava.
Di cosa si trattava in realtà
Rebecca Helm ha parlato in modo approfondito delle scoperte compiute nel corso degli anni e ha rivelato che si tratterebbe di alcune uova deposte da un Thysanoteuthis rhombus, che non è altro che un tipo di calamaro presente in tutti gli oceani. Le uova vengono abbandonate nell’oceano e creano tra loro degli strani tubi organici, degli agglomerati di uova. L’obiettivo sarebbe quello di stare più vicine possibile per difendersi da eventuali predatori e dalle correnti oceaniche.
Gli studiosi hanno osservato che di solito queste sacche incubatrici avrebbero la forma di veri e propri cilindri allungati densi ed elastici. Possono essere grandi anche 130 cm, mentre quelle scoperte di recente lo sarebbero addirittura di più. Le uova, invece, possono essere in numero tra le 24.100 e 43.800! Si tratta di numeri davvero esorbitanti. A quanto pare il calamaro maschio e il calamaro femmina vivrebbero insieme fino al periodo di schiusa delle uova, ma non è raro che si disinteressino di queste ultime. Di solito, però, è in prevalenza il calamaro femmina a prendersi cura delle uova.