Un nuovo successo per l’archeologia italiana comunicato in questi giorni. Trovano una tomba calabrese ed il tesoro contenuto al suo interno è davvero prezioso. Vi raccontiamo di che si tratta.
C’è grande fermento in questi giorni nella bella regione Calabria. Questa volta non per l’imminente arrivo dei turisti con la bella stagione, ma per un importante traguardo archeologico. A comunicarlo è direttamente la Soprintendenza Abap di Cosenza nell’ambito di un convegno.
Trovano una tomba calabrese con un tesoro davvero prezioso
A Cassano dall’Ionio in provincia di Cosenza, si trova una delle aree archeologiche più importanti della zona. Ci riferiamo al Parco Archeologico di Sibari, i cui reperti sono attualmente custoditi all’interno del Museo archeologico della Sibaritide.
Questo parco negli anni ha restituito i resti di una delle città più importanti della Magna Grecia, a partire dalla prima metà del Novecento. Soprattutto per quel che riguarda l’ambito delle sepolture. Il Parco e tutta l’area circostante sono in questi giorni al centro dell’attenzione pubblica grazie al convegno “Mnemosyne. La memoria e la salvezza”.
Un congresso che ha il compito di raccontare gli scavi in corso nella vicina località di Thurii, anch’essa in antichità importante città della Magna Grecia. Ebbene queste operazioni hanno portato alla luce una tomba romana dal contenuto prezioso e particolare.
I reperti preziosi nella tomba di Thurii
Cosa sappiamo di questo sepolcro? Innanzitutto la datazione: IV secolo a.C. e già denominata come Tomba 22.1. La scoperta risale in realtà all’estate del 2022, resa nota solo oggi ed il suo contenuto visibile dal 30 marzo scorso. All’interno una salma posta in posizione supina, ma non solo.
Un corredo davvero particolare quello rinvenuto. Innanzitutto un guttus tintinnabula. In pratica un antico oggetto simile ad un vaso, dalla duplice funzione di gioco e di poppatoio per neonati. Terminato il liquido all’interno, l’oggetto se scosso emetteva suoni simili a quelli di un moderno giocattolo.
Il ritrovamento più importante consiste però in due frammenti di lamine d’oro recanti iscrizioni dell’alfabeto greco. Gli esperti sono certi si trattino di lamine orfiche o Totenpass. In antichità venivano utilizzate per le sepolture nelle zone della Magna Grecia per i defunti di religione orfica o dionisiaca. Servivano ad accompagnare nel viaggio verso l’aldilà e recavano una sorta di “istruzioni per il viaggio”.
Nell’atto della sepoltura venivano poste in mano, sul petto, addirittura all’interno della bocca del defunto. Quelle della tomba di Thurii erano poste accanto al cadavere posizionato supino, all’altezza del bacino.
Trovano una tomba calabrese, le fasi successive della scoperta
Gli archeologi e i rappresentanti della Soprintendenza ne hanno dato l’annuncio molto emozionati. Non sono moltissime le lamine orfiche rinvenute in Italia e questo ritrovamento rappresenta un passo in più per poter mettere dei tasselli circa le pratiche di sepoltura e della metempsicosi, che dalla Magna Grecia sono permeate nel nostro territorio.
Durante il convegno è stato spiegato inoltre come procederanno le operazioni nei prossimi mesi. L’intenzione è di trasformare questa scoperta in una sorta di lavoro interattivo che coinvolga anche la popolazione. Come?
Il cantiere e le fasi di restauro saranno rese accessibili agli utenti. Si potrà dunque assistere al proseguimento delle operazioni intorno alla tomba e successivamente alle operazioni di analisi e restauro di quanto rinvenuto. Questo grazie alla collaborazione del Museo Archeologico della Sibaritide. Un progetto sicuramente ambizioso, ma molto innovativo.
L’intenzione è quella non solo di sensibilizzare il pubblico cittadino alla conoscenza di una cultura e di religioni antichissime, ma anche di aiutare a mettere in ordine l’antica storia del territorio calabrese che ancora oggi continua a regalare sempre nuovi elementi. Lo spazio espositivo è già stato allestito e dispone anche di uno scanner e di un microscopio. Non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti.