La famosa stele di Rosetta è un tassello fondamentale della storia dell’Antico Egitto. Ecco come venne scoperta.
Tra tutte le storie delle civiltà antiche, una che da sempre ci affascina è quella dell‘Antico Egitto. Per via dei faraoni e delle storie che si sono create intorno a questo popolo che ancora oggi rimane vivo grazie ai suoi reperti archeologici.
Sono tanti gli oggetti che sono stati ritrovati grazie agli esperti geologi e agli archeologi che nel corso degli anni, hanno portato alla luce testimonianze dell’Antico Egitto, molte delle quali sono arrivate fino a noi.
Molti dei ritrovamenti fatti sull’antica civiltà dell’Egitto, sono racchiusi nel famoso Museo de Il Cairo. Considerato il più grande museo egizio del mondo, ma subito dopo troviamo quello di una nota città italiana.
Considerato il Museo egizio più grande d’Europa e il secondo più grande di tutto il mondo, quello di Torino, contiene un gran numero di reperti risalenti all’Antico Egitto, fatto di sarcofagi, mummie e utensili dell’epoca.
Ogni anno, sono tanti i visitatori che si recano in questo posto per ammirare le bellezze risalenti a questo popolo. Ma, nonostante sia tra i più famosi al mondo, non vi è presente un reperto considerato un tassello fondamentale dell’Antico Egitto.
Stiamo parlando della stele di Rosetta, una lastra di granito grigio scuro di quasi 800 kg, alta 112,3 cm e larga 75.7 cm. Che altro non è che un frammento di un’altra stele più grande andata perduta.
Considerato il reperto che ha dato vita all’inizio dell’Egittologia, su di essa è iscritto un testo dove c’è un decreto sacerdotale che afferma il culto del faraone Tolomeo V Epifane, la cui dinastia come sovrano è avvenuta dal 204 a.C. fino alla sua morte nel 180 a.C.
La stele è stata ritrovata nel 1799 dalle forze conquistatrici di Napoleone, per puro caso, nella piccola città di Rosetta, (da cui prende il nome), situata sulla costa settentrionale dell’Egitto.
Napoleone, aveva indetto una campagna per liberare l’Egitto dall’invasione degli Ottomani e i soldati guidati dall’ingegnere Pierre-François Xavier Bouchard, durante la sistemazione di una fortezza egizia rinominata Fort Saint Julien el-Rashid, ritrovarono questa lastra.
Comprendendo l’importanza storica, Bouchard la inviò all’Istituto d’Egitto del Cairo, fondato da Napoleone l’anno precedente. Dove gli studiosi scoprirono di cosa si trattasse e per la prima volta si ebbe l’opportunità di ritrovare il significato dei geroglifici egizi che era stato perduto da tempo.
L’interpretazione della stele, fu fatta da Jean-François Champollion che nel 1822 decifrò il nome del sovrano Tolomeo. E fu compreso che ogni segno rappresentava una parola e che la scrittura geroglifica altro non era che pittorica, simbolica e fonetica nello stesso tempo.
Grazie a questa scoperta, si è avuto l’opportunità di studiare meglio gli altri reperti risalenti all’Antico Egitto e di creare un vero e proprio ramo dell’archeologia che si dedica all’interpretazione e al ritrovamento di reperti e monili appartenenti a questo popolo.
Attualmente, la stele di Rosetta, è esposta al British Museum, dove è stata deposta a partire dal 1802. E ogni giorno viene ammirata da circa 6 milioni di visitatori che rimangono incantanti dalla sua bellezza e dalla sua valenza storica.
Negli ultimi tempi, gli egiziani hanno chiesto che venga restituita al loro Paese, ma fino ad oggi la richiesta sembra non essere stata accettata.
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