Sai come comportarti in caso di pericolo risacca in mare? No, non dovresti nuotare

In questo spiegheremo come bisogna comportarsi nel caso in cui si ha a che fare con una risacca in mare.

Risacca in mare
Risacca in mare – viaggi.nanopress.it

Come tutti sappiamo, il mare è il luogo di vacanza preferito dagli italiani e andare in spiaggia è diventato un rito quotidiano.

Ma anche quando ci concediamo giornate di puro relax, è importante avvicinarsi alla spiaggia con prudenza, responsabilità e sicurezza.

C’è in realtà un pericolo nascosto in agguato tra le onde di cui molte persone non sono a conoscenza: la risacca.

Il “Centro meteorologico dell’Emilia Romagna” ha condiviso alcuni preziosi suggerimenti sulla sua pagina Facebook per aiutarci a superare questo potenziale pericolo.

Ecco come comportarti in caso di pericolo risacca in mare

Ora, prima di immergerci, prendiamoci un momento per capire cos’è esattamente una risacca. Secondo un post in cui ci siamo imbattuti su internet, è fondamentale tenere d’occhio il mare mentre si è in spiaggia.

Il post arriva addirittura a dire che essere in grado di riconoscere una risacca potrebbe essere una questione di vita o di morte.

risacche in mare
risacche in mare – viaggi.nanopress.it

Queste correnti sono in realtà piuttosto rischiose e sono molti i bagnanti che vi si ritrovano coinvolti senza sapere come gestire la situazione.

Mentre è vero che la risacca è un evento comune vicino alla riva sulle spiagge sabbiose, tende a essere trascurata rispetto all’attenzione sulle onde e sulle maree.

Probabilmente tutti ne abbiamo vista una – come ricorda il ‘Centro Meteo dell’Emilia Romagna’ – senza nemmeno renderci conto del pericolo in cui ci trovavamo.

Ecco quindi una guida su come individuare una risacca. Se noti delle onde seguite da un piccolo tratto di acqua calma, c’è una risacca.

All’interno di quella zona, l’acqua si muove nella direzione opposta, facendo sì che chiunque sia alla sua portata venga trascinato verso il mare.

È meglio stare alla larga da quel punto perché non è un luogo tranquillo per famiglie con bambini piccoli, né per adulti.

In contrasto con le onde tipiche, la risacca prende un percorso diverso. Invece di dirigersi verso la spiaggia, si muove in direzione perpendicolare, lontano dalla riva e verso la vasta distesa del mare aperto.

Per gli sfortunati individui che si trovano in queste onde basse, è importante resistere all’impulso naturale di nuotare verso la riva.

Gli esperti sconsigliano vivamente di nuotare controcorrente; invece, la migliore linea d’azione è cercare di sfuggirgli spostandosi lateralmente.

Quanto persone non sanno nuotare in Italia?

L’Italia vanta una splendida costa che si estende per quasi 7.500 chilometri, eppure è sorprendente apprendere che oltre un terzo della sua popolazione non sa nuotare.

Ben il 35% degli italiani ammette di non averne le capacità, mentre un altro 26% confessa di non essere particolarmente abile in quest’arte acquatica.

Sapevi che un enorme 60% dei cittadini è effettivamente in pericolo di annegamento? Proprio così! Lo dice una recente indagine condotta dall’Istituto Piepoli, fondato nientemeno che da Nicola Brischigiaro, campione del mondo di apnea estrema.

Non è solo un campione in acqua, ma anche un forte sostenitore della sicurezza dei bambini ed è stato persino il volto di una campagna mediatica che promuove l’educazione acquatica.

Mare calmo
Mare calmo-viaggi.nanopress.it

Questi risultati hanno sicuramente messo in luce l’urgente necessità della sicurezza in mare, nei laghi e nei fiumi.

Sulla base dei risultati della ricerca, sembra che solo la metà degli italiani abbia fiducia nella propria capacità di nuotare in acque profonde.

Inoltre, quasi il 70% delle persone fa fatica a tenere gli occhi aperti sott’acqua. Un quadro preoccupante, soprattutto se si considerano i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità: ogni anno in Italia muoiono per annegamento circa 400 persone, tra adulti e bambini.

Su scala globale, l’Organizzazione mondiale della sanità riferisce che tre milioni di bambini subiscono lesioni legate all’acqua, con l’annegamento come causa primaria.

Il sondaggio mostra chiaramente che c’è una grande richiesta di informazioni su questo argomento. Infatti, ben il 94% degli italiani ritiene che sia fondamentale educare i genitori sui rischi di annegamento.

Gli autori della ricerca sottolineano l’importanza di restare vigili e di adottare misure proattive per prevenire i numerosi, e spesso tragici, incidenti che colpiscono i bambini.

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