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Ryanair, l’atterraggio d’emergenza (ma sarebbe meglio parlarne al plurare), le zecche a bordo, le continue uscite di Michael O’Leary che ancora dobbiamo capire se è uno molto furbo oppure molto incosciente (mi sa la prima che ho scritto): insomma, che succede?
La compagnia low cost per eccelleza, in grado di calamitare amore e odio come solo una finale di Champions sa fare, sta diventando sempre più onnipresente sui media: nemmeno il topless di Kate Middleton riesce a buttarla fuori dalla cronaca!
L’ultimo scandalo riguardava le zecche a bordo su volo Londra-Roma, con passeggeri comprensibilmente furiosi e animaletti sazi poi spazzati via dalla disinfestazione alla quale è stato sottoposto l’aeromobile.
Adesso è esploso il caso degli atterraggi d’emergenza, il terzo in quattro giorni: e via le polemiche relative al carburante, alle politiche troppo orientate al risparmio della compagnia, tanto da spingere la compagnia a cambiare la propria politica interna relativa proprio al rifornimento di carburante.
In pratica, volare coi serbatoi non sufficientemente riforniti per risparmiare il più possibile sul carburante alle autorità irlandesi e spagnole prprio non piace: tanto che hanno aperto un’inchiesta su Ryanair. Questo dopo che, la scorsa domenica, il volo Parigi-Tenerife della compagnia irlandese ha dovuto effettuare un atterraggio d’emergenza (il terzo) all’aeroporto di Madrid per un problema tecnico.
Peccato che il giorno prima fosse toccato anche al volo Bristol-Reus atterrare in emergenza a Madrid: se poi ci aggiungiamo che anche a fine luglio tre aerei Ryanair diretti stavolta a Madrid hanno dovuto virare verso Valencia perchè il carburante stava finendo, beh, qualche sudore freddo è lecito farselo venire.
Insomma, tra tutte le bufale di Ryanair quella sul carburante sembra essere vera, purtroppo. E visto che la compagnia non fa certo sconti ai passeggeri che si presentano col bagaglio extra o che si sono dimenticati di stampare la carta d’imbarco (occhio perchè vi costa la bellezza di 60 euro farvela stampare direttamente in aeroporto), beh, naturale che un po’ di malcontento serpeggi.
E meno male che anche la compagnia guidata da Michael O’Leary ha deciso che stavolta era meglio fare marcia indietro e rivedere la politica interna sul carburante: va bene essere low cost, ma almeno arrivare sani e salvi a destinazione.
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