Ritrovato un tesoro risalente all’Epoca Romana: cosa hanno individuato gli studiosi

Ritrovato un tesoro sommerso da alcuni studiosi italiani. Ecco di cosa si tratta e perché questa scoperta è stupefacente.

ritrovato un tesoro sommerso
tempio sommerso dei Nabatei – viaggi.nanopress.it

La storia della nostra civiltà affascina da sempre l’uomo che cerca di rispondere ai quesiti grazie alle varie scoperte da parte di studiosi e archeologi nel corso del tempo.

E dopo la scoperta in fondo al mare che ha stupito tutto il mondo, ecco che ci ritroviamo a parlare di un’altra scoperta avvenuta proprio nei nostri mari; si tratta di un tesoro ritrovato sommerso dall’acqua, e che gli studiosi hanno poi riportato alla luce.

Un tesoro che apre nuovi quesiti sul passato della nostra penisola e sulle civiltà che sono passate di qua. Ma andiamo a vedere nello specifico di cosa si tratta e perché è una scoperta davvero stupefacente.

Ritrovato un tesoro nel Golfo di Napoli, di cosa si tratta

Come abbiamo detto, la scoperta è avvenuta proprio nei nostri mari, e precisamente nel Golfo di Napoli. Del resto, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei è un vero e proprio museo sottomarino che spesso custodisce nuove importanti scoperte.

E anche questa volta, proprio in questa zona è stato ritrovato un tesoro davvero eccezionale. Si tratta di un tempio sommerso, che ci aiuta a capire di più su una tribù e ci apre a nuove interessanti domande.

ritrovato un tesoro sommerso
ritrovamenti dell’antica città – viaggi.nanopress.it

Infatti, siamo di fronte a un tempio costruito dalla tribù araba dei Nabatei, che hanno fondato tra l’altro la città di Petra in Giordania. A ritrovarlo, inizialmente, sono stati gli archeologi Michele Stefanile e Michele Silani, che durante un immersione hanno avvistato una lastra di marmo bianco sotto la sabbia.

Si sono successivamente resi conto poi, che questa lastra aveva incise delle iscrizioni sacre in latino, rendendo chiaro che si trattava proprio di un tempio. Le iscrizione sono poi risultate delle scritture dedicate a una divinità venerata duemila anni fa in Arabia Saudita e in Giordania, cosa che lo ha collegato appunto alla tribù dei Nabatei.

Questa tribù era formata più che altro da commercianti e mercanti, e all’epoca aveva un ruolo fondamentale per il commercio tra l’Oriente e l’Impero Romano. Ma a rendere davvero interessante questa scoperta sono i quesiti che ad essa sono collegati e che non hanno ancora trovato una risposta. Ecco quali.

Le domande dopo questa scoperta

Come abbiamo detto, i Nabatei erano abili mercanti e commercianti, e anche Plinio il Vecchio, nei suoi scritti, riportava che venivano inviate grandi somme di denaro in Arabia, Cina e India per acquistare spezie e seta.

Grazie al commercio, i Nabatei quindi si arricchirono e fondarono meravigliose città, come Petra in Giordania e Hegra in Arabia Saudita.

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antica città di Petra fondata dai Nabatei – viaggi.nanopress.it

In Italia, il commercio passava proprio dal porto di Puteoli, nel Golfo di Napoli, che all’epoca era il porto principale dell’Impero Romano. Ed è proprio qui che è stato scoperto il tempio, a testimoniare quindi la presenza di questa tribù.

Ma non solo. Dagli studi su queste rovine sommerse, è emerso che questo tempio era situato in una zona centrale della città, svolgendo così un ruolo di primaria importanza per i mercanti Nabatei che si trovavano li; questo tempio permetteva ai mercanti lontani da casa di venerare le proprie divinità, ma era anche un punto di incontro per tutti i mercanti appena arrivati.

Quello che però gli archeologi si sono chiesti, è come mai i Nabatei abbiano avviato delle attività commerciali nel porto di Puteoli, se non possedevano abilità di navigazione e non avevano dei propri porti da cui partire?

Si tratta per ora di una domanda senza risposta, anche se gli archeologi stanno lavorando per cercare di capire di più su questa antica civiltà e riportare alla luce altre rovine di questo grande tempio.

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