Risale al 18 gennaio di quest’anno la presentazione della nuova scoperta che ha portato alla luce un altro pezzo di storia del nostro Paese.
Il 18 gennaio, in seguito ad un’iniziativa promossa dalle Associazioni Seppino nel Cuore e Officina Creativa è stata presentata, presso la sala Santo Stefano di Sepino, l’ultima scoperta archeologica che risale ad alcuni scavi effettuati tra agosto e dicembre del 2023.
Il progetto, finanziato dalla Regione, ha permesso, grazie all’uso della tecnologia digitale, di effettuare nuovi rilievi geofisici che hanno riguardato l’area archeologica molisana.
L’obiettivo era quello di comprendere meglio le zone, la viabilità e l’estensione dell’area archeologica già presente. Durante la presentazione i ricercatori e il direttore del parco dottore Enrico Rinaldi hanno illustrato i risultati dei lavori.
Gli scavi sono stati portati avanti da un gruppo di giovani studiosi sotto la direzione dell’ingegner Damiano santillo e degli architetti Lorenzo Ramacciato e Pasquale di Paolo.
Domus privata
Il ritrovamento ha portato alla luce 12 nuovi ambienti che potrebbero essere collegati alle strutture termali già presenti. Questa è solo un’ipotesi, in quanto le gli ingressi di comunicazione alle Terme non ci sono ancora.
Ciò che è emerso sono le diverse fasi cronologiche e le destinazioni d’uso di questi ambienti. I ritrovamenti hanno portato alla luce lavori di epoca preromana, romana, tardo antica ed anche moderna.
Degli ambienti si è ritrovato un locale utilizzato come cucina e con annesso un servizio, insieme a materiali e reperti molto interessanti da un punto di vista storico. Tra queste delle canalette di scarico direttamente collegate alla rete fognaria.
E delle coperture termali che risalgono al terzo secolo a.C. È tornata alla luce una pavimentazione in opus cementizio e molti reperti numismatici, ceramiche e anelli in bronzo.
Molto probabilmente, secondo gli esperti, si tratta di una Domus privata molto importante collegata direttamente alle Terme. Tra i vari reperti sono stati ritrovati anche dei resti vegetali.
Un ritrovamento molto importante e interessante che parla delle abitudini alimentari del periodo e degli usi contadini. Ciò che gli scavi hanno restituito al mondo è importante, non solo a livello storico, ma anche sociale.
Museo a cielo aperto
Ha permesso l’apertura e lo scambio culturale con la comunità del posto e la possibilità di ampliarla ad un pubblico nazionale ed internazionale. Un parco e un laboratorio a cielo aperto per avvicinare alla storia del nostro Paese le generazioni presenti e quelle future.
Raggiungere il sito è molto semplice. Si trova a 23 chilometri da Campobasso. Le strade sono soprattutto extraurbane e l’asfalto spesso non è integro. Si consiglia di raggiungere gli scavi quando non piove. Nei dintorni ci sono molti parcheggi gratuiti, per cui non sarà un problema lasciare la propria macchina.