I ritrovamenti che risalgono a ben 50.000 anni fa possono essere definiti arte, o sono solo il risultato di persone molto creative?
In seguito ad alcuni ritrovamenti fatti in Brasile e che risalgono a 50mila anni fa possono essere definiti arte? Potrebbe essere un possibile argomento di discussione tra archeologi e artisti. Sono diversi i reperti da prendere in considerazione e su cui fare delle interessanti disquisizioni.
Come, per esempio, i ritrovamenti rinvenuti in Germania e che risalgono a 51mila anni fa. Un osso gigante di cervo inciso con disegni a chevron, i quali presentano vari zigzag che di colore o spessore delle linee, oppure degli elementi a V.
Questo significa che i preistorici sapevano creare simboli con l’intento, forse, di comunicare. Del resto, si è anche scoperto che i Neanderthal erano in grado di dipingere sulle pareti delle caverne e incidevano simboli diversi anni prime che arrivasse quello che oggi si chiama Homo Sapiens.
Secondo l’archeologo Dirk Leder non si può parlare di arte vera e propria, ma di “pre – arte”. E’ un’espressione fatta di simboli in una forma embrionale. In Francia, i reperti rinvenuti sono datati 75mila anni fa e di 57mila anni fa, quelli ritrovati in Spagna ne hanno 64mila.
I disegni e le incisioni mostrano, al di là di tutto, un certo senso estetico nei Neanderthal. Sia in Africa che in Europa reperti risalenti a 120mila anni fa mostrano la capacità di utilizzare simboli e ornamenti di vario genere. Ancora più antichi, con un’età di ben 2 milioni di anni , sono state ritrovate delle sfere di pietra e dei marchi cupoliformi.
Questi mostrano una ricerca della simmetria, un certo senso estetico anche se gli archeologici tendono a non classificarli come arte vera e propria. Particolarmente famosi in Italia sono le Incisioni Rupestri della Valle Camonica, in provincia di Brescia.
Dichiarate patrimonio dell’Umanità nel 1979 dall’Unesco raccontano millenni di storia. Ancora oggi non si conosce perfettamente il loro reale significato. Solo le incisioni più semplici sono chiare, come le scene di caccia. Altre, invece, quelle schematiche, potrebbero rappresentare delle divinità.
E’ innegabile, al contrario, il loro valore storico e, in un certo senso, artistico. Mostrano come i nostri avi preistorici abbiano saputo trovare uno strumento per rappresentare la loro vita quotidiana e per tramandare le loro scoperte e conoscenze.
L’arte, in realtà, secondo alcuni, è la capacità umana di esprimere creatività e immaginazione e, per questo motivo, non può avere una definizione unica e definitiva. E questi elementi sono presenti nei reperti rinvenuti fino ad ora. Indecifrabile, invece, il fine. Non si sa, infatti, se servivano solo come decorazione o una forma di linguaggio per comunicare.
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