Restano bloccati in un isola deserta per 15 mesi: accade l’inatteso

Restano bloccati per ben 15 mesi su una isola deserta. La loro speranza di poter salvarsi si era affievolita, poi accade l’inatteso. 

Sopravvissuto su isola deserta
Restano bloccati in un isola deserta per 15 mesi: accade l’inatteso (viaggi.nanopress.it)

La storia che vi stiamo per raccontare non è recente, ma ci fa capire che, ad ogni modo, nelle situazioni di difficoltà e pericolo, l’unione fa davvero la forza. Un gruppo di ragazzi, infatti, si ritrovò su una isola deserta, dalla quale – credeva – non sarebbe mai potuto mettersi in salvo ma, quando la speranza iniziò ad affievolirsi, accadde qualcosa di inaspettato. Scopriamo, dunque, insieme cosa accadde a questi giovani e come riuscirono a dare una svolta alla situazione in cui, malauguratamente, si trovarono.

Bloccati su una isola deserta per 15 mesi

Nel 1965, un gruppo di ragazzi, composto da sei studenti di un collegio di Tonga, si misero in cammino verso le isole Fiji, senza mappe né bussola.

I giovani, infatti, avevano, come obiettivo principale, quello di vivere una avventura entusiasmante che avrebbe, nei fatto, spezzato un po’ la routine che vivevano tutti i giorni.

Bottiglia con richiesta di aiuto
Bottiglia con richiesta di aiuto (viaggi.nanopress.it)

Una decisione che, per loro, non ebbe un esito felice: gli studenti, infatti, seppur mossi da tanto entusiasmo e dalla volontà di immergersi in una avventura fatta di divertimento ed adrenalina, si ritrovarono bloccati su una isola deserta per ben 15 mesi.

Una volta giunti sul posto, infatti, i giovani furono raggiunti da una tempesta che, nei fatti, distrusse le vele e il timone della loro imbarcazione, lasciandoli, per ben otto giorni, alla deriva. Così, fecero approdo sull’isola deserta di ‘Ata, lontana 100 miglia dal loro punto di partenza.

La speranza riaccesa da un evento improvviso ed inaspettato

A quel punto, i ragazzi iniziarono ad industriarsi, al fine di sopravvivere. Così, iniziarono a mangiare pesci crudi e ad abbeverarsi col sangue degli uccelli marini: a mali estremi, estremi rimedi, potremmo dire.

Dopo essersi ripresi – dopo giorni alla deriva – e le difficoltà del caso, legate al procacciamento del cibo e dell’acqua che, nei fatti non v’era sul posto, i ragazzi recuperarono le forze e non persero mai la speranza di poter, un giorno, ritornare al collegio.

Il gruppo, infatti, costruì una capanna, curarono un giardino e ognuno di loro rimaneva di turno, in modo da vedere eventuali navi di passaggio alle quali lanciare, poi, il proprio segnale d’aiuto. E, dopo 15 lunghi mesi, quel giorno arrivò. Peter Warner, pescatore australiano, li intravide e si avvicinò all’isola, mettendoli, poi, in salvo.

I ragazzi, dunque, ritornarono a Tonga dove furono arrestati per aver rubato la barca, anche se gli abitanti del posto, dopo così tanto tempo, li accolsero da veri e propri eroi.

Tale storia, infine, è stata inclusa in Humankind: A Hopeful History, libro scritto dallo storico olandese, Rutger Bregman.

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