Questo luogo si trova in Italia ed è vietato ai turisti: ecco il motivo

Ci sono luoghi nel mondo dove non è permesso accedere, uno di questi è in Italia ed è una piccola isola veneziana.

Isola di Poveglia
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Nella laguna di Venezia, di fronte a Malamocco e lungo il Canal Orfano si trova una piccola isola, oggi, completamente disabitata. La sua storia ha inizio prima della metà del VI secolo. I suoi primi abitanti arrivarono sull’isola per fuggire dai barbari che avevano invaso le città dell’entroterra.

Per anni gli abitanti di questa piccola isola vissero in pace evitando sia le leggi che le tasse della terraferma. Tanto che con il passare del tempo divenne un centro economico e commercilae piuttosto fiorente.

Gli abitanti si occupavano principalmente di pesca e della salinatura. Su finire del XIV secolo però dopo la guerra di Chioggia, la maggior parte dei gli abitanti si spostò verso Venezia. La Serenissima, nel corso degli anni, cercò di recuperarla e nel corso del XVIII decise di utilizzarla come punto di rimessaggio.

Lazzaretto

Divenne cioè un luogo di sosta per le imbarcazioni e per il ricovero di attrezzature di bordo. Nel 1782 l’isola divenne una sorta di Lazzaretto. Ospitava cioè gli equipaggi malati di peste quando non c’erano posti nel Lazzaretto Nuovo e in quello Vecchio.

Divenne anche stazione di quarantena per tutto il XIX secolo e aprì alcuni reparti psichiatri e geriatrici rimasti attivi fino a dopo la seconda guerra mondiale. Terminato il conflitto l’isola divenne proprietà del Demanio.

Intanto tutti gli edifici di un certo interesse storico cominciarono a deteriorare progressivamente. Sì cercò anche di venderla ai privati per scopi turistici, ma non si riuscì mai a trovare, nonostante alcune proposte di acquisto, un padrone.

Poveglia
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Negli anni l’isola di Poveglia era diventata oggetto di molte storie e leggende dell’orrore. Una di queste narra che, dopo la peste nera, migliaia di persone, per impedire il contagio, vennero bruciate e sepolte nell’isola. Per questo motivo si pensa che il terreno sia costituito all’incirca dal 50 % di ceneri umane.

Un’altra leggenda narra invece del suicidio del direttore dell’ospedale psichiatrico. A quei tempi era definito una “sadico medico” che si suicidò gettandosi dalla torre dell’orologio costretto dalle voci degli spiriti. Il fatto è reso ancora più strano dal racconto di un’infermiera che fu presente alla scena.

Storie e leggende

Si narra, infatti, che questa abbia visto il medico gettarsi, ma non morire all’impatto con il suolo. Morì, invece, soffocato da una strana nebbia che dal terreno entrò nel suo corpo lasciandolo senza vita.

Oggi ciò che rimane sull’isola è veramente poco. Oltre ai diversi edifici oramai pericolanti è ricoperta da una fitta vegetazione. L’isola è ormai chiusa al pubblico e ci si può accedere soltanto con particolari autorizzazioni da richiedere al Comune di Venezia.

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