Quali sono le zone italiane più a rischio idrogeologico? La lista ufficiale

Tra le classifiche che nessuno vorrebbe mai stilare, ma che sono necessarie per cercare di prevenirne le conseguenze c’è anche questa. Le zone a rischio idrogeologico sono purtroppo diverse in Italia. Vediamo insieme quali sono.

Zona a rischio idrogeologico
Zona a rischio idrogeologico – viaggi.nanopress.it

Ormai un topic molto “caldo” è quello della sempre più grave crisi climatica. Un argomento che ormai mobilita ogni giorno esperti del settore, che evidenziano la necessità di correre al più presto al riparo perché ormai il clima è fuori controllo. Estati sempre più lunghe e dalle temperature con picchi tremendi.

Questo causa infiniti periodi di preoccupante siccità, seguiti da fenomeni atmosferici disastrosi come improvvisi e devastanti alluvioni. Istituti di ricerca sono per questo motivo molto attenti al problema: esiste anche una lista delle zone a più elevato rischio.

Le zone italiane più a rischio idrogeologico

Il dato più preoccupante sarebbe, facendo una comparazione tra gli anni 2022 e 2021, l’aumento degli eventi idrogeologici. Una percentuale incredibile che secondo il rapporto stilato anche da Legambiente, si attesta sul 55% in più.

Più di 300 eventi alluvionali. Il dato più preoccupante è dato dall’osservazione con gli anni precedenti: ad emergere è la notizia che dal 2010 al 2022 in totale nella penisola sono stati colpiti circa 780 comuni da nord a sud per un totale di 1530 eventi disastrosi.

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Zone rischio idrogeologico in Italia – viaggi.nanopress.it

Attualmente in una classifica che mai nessuno vorrebbe stilare, sul podio delle zone italiane più colpite troviamo la Lombardia. Seguono Lazio, Sicilia e più in basso anche Emilia Romagna, Toscana e Puglia.

Il grande problema dell’emergenza climatica

A colpire con più frequenza sono i fenomeni di allagamento. Ben 104 sarebbero quelli registrati lo scorso anno, seguiti da trombe d’aria e grandinate, alternate a lunghissimi periodi di siccità.

In particolare secondo gli ultimi dati le piogge sono diminuite del 46% comparandoli con gli ultimi 30 anni. E infatti si sono registrati abbassamenti di fiumi e laghi: addirittura il Po non si trovava in questa condizione da circa 70 anni.

Il problema è l’emergenza climatica, secondo gli esperti non affrontata adeguatamente nel nostro paese. Siamo molto indietro, affermano anche da LegaAmbiente, perché non disponiamo di piani aggiornati per la prevenzione e ci troviamo ad affrontare il problema purtroppo solo a tragedia già in corso.

Al governo chiediamo delle azioni urgenti iniziando da un Piano nazionale di adattamento climatico, seguito dallo stanziamento di adeguate risorse economiche per attuarlocomunica in una nota Legambiente.

Gli accorgimenti sarebbe molto chiari e mirati: puntare su impianti che sfruttino fonti rinnovabili e potenziare quelli già esistenti, come quelli eolici. Da non dimenticare anche il sostegno alle singole Regioni che a loro volta devono implementare l’attività degli uffici che di questi impianti si occupano.

Rischio idrogeologico, il rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale

Un quadro più preciso della situazione viene anche dall’ISPRA attraverso un report molto preciso. Il dato è altissimo, il 94% dei comuni italiani è ora a rischio.

540.000 famiglie e 1.300.000 abitanti dati alla mano in zone a rischio frana, mentre 3 milioni di famiglie e 7 milioni di abitanti sono residenti in zone a rischio alluvione.

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I dati dell’Ispra – viaggi.nanopress.it

Nel futuro immediato Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria sono da tenere sotto osservazione.

A preoccupare anche la tutela dei Beni Culturali. L’ISPRA comunica che nella totalità dei 213.000 (divisi tra architettonici, archeologici e monumentali) beni della penisola, ben 12.000 si trovano nelle zone a rischio. Il numero si alza a 38.000 se si prendono in considerazione aree a pericolosità minore. Un dato terribile certamente, che però è stilato specifica l’Istituto, tenendo presente anche l’eventualità meno probabile.

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Erosione delle coste in Italia – viaggi.nanopress.it

Questo perché nel caso uno di questi eventi si verificasse, andrebbe a provocare ingenti danni irreversibili ed incalcolabili.

Un dato positivo in questo quadro preoccupante però c’è non disperate e riguarda le coste. Il 20% dei litorali, grazie alle opere di integrazione e tutela, risulta in avanzamento. Nel quadro globale è comunque importante tenere d’occhio regioni come Sardegna, Lazio, Basilicata, Campania e Puglia, che sono quelle negli anni più colpire dal fenomeno di erosione.

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