In questo centro storico il fascino del medioevo è rimasto praticamente Intatto, raccontato anche da uno storico del XIX secolo.
Nel Lazio, ad un centinaio di chilometri da Roma, una delle mete più ambite dai turisti di tutto il mondo, con le sue immense ricchezze storiche e culturali La grandezza dell’Impero Romano echeggia ancora tra le sue vie.
I suoi imponenti edifici, spesso, mettono in ombra le bellezze delle zone vicine. In realtà, esiste un comune che ha molto da offrire agli amanti della storia, anche se non se ne parla molto, ma è un bellissimo borgo medievale.
Si tratta di una vera perla, che si trova nella zona di San Pellegrino, il quartiere medievale più grande d’Europa, E’ l’antica città di Viterbo, conosciuta anche come la “città dei Papi”, perché sede del Palazzo Papale, che nel corso del tempo ospitò vari pontefici.
Ancora oggi sembra di entrare in quell’atmosfera intatta, come se non fosse passato più di un millennio. Mentre si passeggia lungo le stradine ci si potrebbe aspettare di vedere i personaggi dell’epoca uscire da una delle tante dalla chiese o dalle case.
Viterbo e le sue bellezze storiche
Le antiche viuzze si snodano tortuose tra i palazzi, gli archi, le piccole piazze, e gli edifici con le caratteristiche scale esterne; i profferli. In questo splendido rione le costruzioni si mantengono in perfetto stato.
Sulla Piazza San Pellegrino, si affacciano la torre Scacciaricci, il Palazzo degli Alessandri e la Chiesa, tutti risalenti all’XI secolo. L’edificio religioso fu ricostruito nel 1889 e nel 1944, dopo essere stato colpito dalle bombe aeree della seconda guerra mondiale.
Tornò ad essere aperta ai fedeli ed al culto nel 1951. Lo storico viterbese Cesare Pinzi pubblicò nel 1889 una Guida nella quale descrive i principali monumenti del posto, attraverso un tracciato ben preciso.
Aveva inizio da Piazza S.Bernardino, con la sua fontana a fuso e si dirigeva verso una via adiacente alle antiche mura del monastero. Al di sopra del piccolo spiazzo di San Carluccio, arrivava ad una zona fatta da stradine tortuose e tetri edifici.
Gli archi parevano cavalcare la via affiancata dalle torri, quasi accavallate l’una sull’altra, luoghi lugubri di lotte fratricide, che avevano per secoli funestato Viterbo. Al di sotto della strada c’era la Piazza di San Pellegrino.
Il fascino del borgo
Qui lo scenario, secondo Pinzi, era d’una rara e incantevole bellezza, grazie anche al Palazzo degli Alessandrini. L’illustrazione fa capire quanto fosse importante questo centro, testimone vivo e pulsante di un’epoca passata.
Ancora oggi ha lo stesso fascino e, passeggiando per le vie, ritornano alla mente le parole dello storico del XIX secolo che sussurrano, come il vento che si muove tra gli antichi edifici, le antiche storie passate.