Una regione italiana ti offre 20 mila euro per trasferirti in uno dei suoi piccoli borghi. Così le amministrazioni combattono il fenomeno dello spopolamento che minaccia moltissimi dei piccoli centri italiani da nord a sud dello Stivale.
Settembre è il mese dei nuovi propositi, dei nuovi inizi e dei cambiamenti. Con la fine della bella stagione sono in molti infatti quelli che iniziano a pensare a nuovi progetti: c’è chi è alla ricerca di nuove opportunità lavorative, chi vorrebbe vivere una nuova esperienza di studio e chi, invece, pensa di trasferirsi altrove definitivamente e magari cambiare vita, ricominciare da zero.
Se ti riconosci tra quest’ultimi, ci sono per te novità in arrivo: una regione d’Italia ti offre fino a 20 mila euro per trasferiti.
Abruzzo, la regione italiana ti offre 20 mila euro per andarci a vivere
È indubbiamente una delle regioni verdi più affascinanti d’Italia.
Persino la statunitense CNN l’ha dichiarata in passato come una delle regioni più interessanti in assoluto. L’emittente televisiva ha infatti stilato una classifica delle ragioni per cui visitarla tra le quali l’ottima cucina, le spiagge Bandiera Blu, la natura straordinaria di laghi e montagne, i Patrimoni Unesco e i borghi gioiello.
Oggi l’Abruzzo, con i suoi tesori naturali nascosti in ogni angolo, è al centro di una nuova iniziativa promossa dal Consorzio Abitare Abruzzo che prevede la concessione di un contributo regionale a fondo perduto di circa ben 20 mila euro per tutti coloro che vorranno trasferirsi qui e acquistare la loro prima casa.
Un incentivo davvero interessante volto a limitare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli borghi italiani, in fondo la vera anima di tutte le nostre tradizioni e culture.
Il fondo è rivolto a tutti i cittadini italiani ed europei che vivono o lavorano in Abruzzo, ma anche a tutti coloro che per motivi di lavoro hanno lasciato l’Italia e che intendono ritornare per vivere e lavorare in uno dei Comuni della Regione, entro sei mesi dalla fine dei lavori.
Per usufruire di questo importante incentivo, bisogna tuttavia rispettare alcuni requisiti, alcuni dei quali vogliono che:
- non bisogna essere proprietari di altri alloggi nella provincia di residenza o nel comune in cui si lavora
- non bisogna superare un reddito annuo di 38 mila euro
- sarà necessario abitare nell’alloggio per cui si è richiesto il contributo
Altre iniziative simili
Non solo l’Abruzzo: anche altre Regioni d’Italia hanno promosso iniziative simili per salvare i piccoli borghi.
Il Piemonte, per esempio, ha lanciato la campagna “Vado a vivere in montagna”, stanziando fondi da 10 mila a 40 mila euro da destinare a coloro che possiedono i requisiti richiesti e vorranno trasferirsi in uno dei 465 piccoli comuni montani che hanno aderito all’iniziativa.
Anche la Sardegna offre un incentivo fino a 15 mila euro con lo scopo di ripopolare le zone rurali dell’isola, oggi non utilizzate, e di dare la possibilità soprattutto ai più giovani di avere nuove opportunità. Il progetto della Regione Sardegna prevede di coprire fino al 50% delle spese per l’acquisto o il restauro di un immobile, il quale dovrà necessariamente trovarsi in un comune con meno di 3000 abitanti e che dovrà essere raggiunto entro 18 mesi.
Gli incentivi per salvare i borghi a rischio scomparsa
Più di 6 mila comuni italiani sono a rischio spopolamento. Eppure questi piccoli centri sono parte integrante del nostro patrimonio storico, artistico e culturale. Inoltre potrebbero davvero essere i punti cardini attorno ai quali sviluppare progetti volti a dare nuove straordinarie opportunità.
Sono molte le amministrazioni che cercano sempre di più di spingere le persone a combattere il terribile fenomeno dello spopolamento. Per farlo, le incentivano a prendere la decisione di trasferirsi e cambiare in meglio la loro vita tramite contributi a fondo perduto.
Molti comuni hanno infatti aderito all’iniziativa delle case a 1 euro, tramite la quale venivano cedute delle abitazioni (da ristrutturare a proprie spese) a un prezzo simbolico.
Ripopolare i borghi e garantire la sopravvivenza di questo patrimonio così ricco e unico al mondo, in fondo, dovrebbe essere un obiettivo comune. C’è però una speranza, visto che molti comuni stanno già combattendo concretamente il rischio scomparsa di questi luoghi.