Pescatore salva la vita a un bimbo di 18 mesi in Nuova Zelanda. “Pensavo fosse una bambola, ma era un bambino vero”.
Il 26 ottobre del 2018 è avvenuto un miracoloso salvataggio nell’Oceano Pacifico che per giorni ha scosso la stampa di tutto il mondo. Il fatto terrificante, per fortuna conclusosi nel migliore dei modi, è avvenuto in Nuova Zelanda.
Nuova Zelanda: pescatore salva la vita a un bimbo di 18 mesi
L’eroe di questa incredibile storia è Gus Hutt, un pescatore neozelandese che la mattina di venerdì 26 ottobre 2018, come tutte le mattine, era uscito in barca con la sua canna da pesca per affrontare una nuova giornata di lavoro.
Il destino, però, ha voluto che quel giorno la sua vita si incrociasse con quella di una famiglia che aveva deciso di campeggiare a pochi passi da Matata Beach per una vacanza. Quelli che dovevano essere giorni spensierati e felici al campeggio Murphy’s però si sono presto rivelati i più pericolosi per il figlioletto di 18 mesi.
I genitori del piccolo avevano sistemato la tenda da campeggio lungo la spiaggia per trascorrere la notte. Durante le prime ore del mattino il piccolo sarebbe stato svegliato dal rumore delle onde contro la battigia e si sarebbe alzato, spinto dalla voglia di tornare a giocare in spiaggia come il mattino precedente. Così avrebbe aperto la cerniera della tenda da campeggio e sarebbe sgattaiolato in spiaggia all’insaputa dei genitori i quali, dormendo, non avrebbero sentito nulla. È a questo punto che la storia diventa spaventosa.
Il racconto del pescatore Gus Hutt
Il mattino del 26 ottobre 2018 Gus Hutt ha un presentimento che non lo fa sostare in mare al solito posto. Quel giorno decide di cambiare rotta e di dirigersi 100 metri più a sinistra di Matata Beach, in direzione Tauranga verso un piccolo scoglio.
Verso le 7:15 Hutt si accorge della presenza di un qualcosa che galleggiava in acqua. Guardando meglio, riesce a capire che si tratta di un bambolotto, forse perso da qualcuno che alloggiava al campeggio lì vicino. Decide quindi di avvicinarsi e di andarlo a recuperare.
Quando afferra la bambola per un braccio, però, ecco che l’orrore si impossessa di lui: la bambola gli sembra per un attimo prendere vita ed emette un gemito simile a quello di un neonato. A quel punto il pescatore capisce che ciò che aveva trovato non era affatto un bambolotto, ma un bambino vero in carne e ossa che, se non l’avrebbe salvato, sarebbe stato in fin di vita.
“Pensavo fosse una bambola. L’ho raggiunto e l’ho afferrato per un braccio. Credevo ancora fosse solo un bambolotto. Sembrava fatto di porcellana, con i capelli bagnati. All’improvviso ha emesso un piccolo gemito e ho pensato: ‘Oh Dio, è un bambino ed è vivo!'”
Il piccolo al momento del ritrovamento ha il viso pallidissimo e i capelli bagnati che gli coprono gli occhi, ma per fortuna è stato portato con sé dal pescatore.
Una volta arrivato a casa, la moglie Sue lo avvolge in un panno caldo e chiama subito i responsabili del campeggio vicino per verificare se quel bambino fosse scappato a qualche famiglia che pernottava in tenda.
Alle 7:30 del mattino, quindi, i coniugi Whyte che stanno ancora dormendo vengono svegliati dalla responsabile la quale chiede se il loro piccolo si trovasse in tenda con loro. La madre, dopo essersi accorta della sua assenza, cade in preda alla disperazione e corre subito fuori per cercare il piccolo alla reception, dove per fortuna si trova insieme a Gus Hutt, il suo salvatore.
Tutto è bene quel che finisce bene
Sulla spiaggia, c’erano ancora le piccole impronte del bambino che durante le prime ore del mattino si era spinto verso la riva.
Per fortuna il bambino si trovava solo a 15 metri dallo scoglio dove Hutt aveva deciso di lanciare la sua canna da pesca. Non è quindi rimasto a lungo in acqua. La moglie di Hutt, Sue, aveva anche già chiamato i servizi di emergenza che sono arrivati sul posto e hanno certificato che il bambino stesse bene. Questa storia ha avuto davvero un finale fortunato, avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di tragico. Un vero miracolo.
Intanto i vigli del fuoco di Matata hanno consigliato a tutte le famiglie di assicurarsi, durante un campeggio, che le cerniere delle proprie tende siano fuori dalla portata dei più piccoli.