Due rari giganti esemplari pescati nel mare di Pantelleria: due pescatori si ritrovano faccia a faccia con due creature straordinarie che probabilmente si trovavano lì per errore.
Ci sono tradizioni che da sempre vengono tramandate di padre in figlio e che mantengono viva l’identità culturale di un determinato posto. Questo insieme di valori, credenze, pratiche e antiche conoscenze contribuiscono a preservare la storia e le radici di una comunità, creando un senso di continuità tra le generazioni passate e quelle future.
In alcune aree della Sicilia, specie nelle località lungo la costa, una di queste tradizioni è la pesca. E così, grazie a questo rituale, due giovani pescatori di Pantelleria hanno avuto modo di imbattersi negli esemplari più grandi mai pescati in queste acque.
Due rari giganti esemplari pescati a Pantelleria: sono calamari giganti
I protagonisti di questa straordinaria vicenda sono Davide Errera e Andrea Rizzo, due pescatori di Pantelleria. La loro passione per il mare e per la pesca si deve ai loro nonni, che hanno tramandato loro questa preziosa tradizione secolare.
L’amore per questa attività e le conoscenze acquisite nel corso del tempo hanno portato loro a saper affrontare alla perfezione una delle più grandi sfide che un pescatore possa mai fronteggiare: una pesca da record.
Gli esemplari in questione sono due calamari giganti di cui i due uomini hanno postato le foto su Facebook. Si tratta di creature davvero straordinarie dal peso di quasi 17 chili una e di quasi 16 chili l’altra.
I due hanno confermato la grande fatica che hanno dovuto fare per catturare questi due giganti dei mari, senza rivelare però – come di buona regola per i pescatori – il luogo esatto della pesca.
Calamari giganti: dove vivono
I calamari giganti sono specie di invertebrati appartenenti alla famiglia degli Architeuthidae. Sono noti per le loro dimensioni eccezionalmente grandi e sono tra i più grandi molluschi marini esistenti.
Possono raggiungere lunghezze che superano i 10 metri, compresi i tentacoli. Hanno corpi fusiformi, occhi molto grandi e tentacoli lunghi e potenti, armati di ventose. La loro pelle è generalmente di colore rosso scuro o marrone.
Queste creature abitano generalmente le profondità degli oceani in tutto il mondo. Di solito si trovano quindi in zone marine profonde che vanno da 200 a oltre 1.000 metri, ma possono anche spingersi ancora più in basso nelle acque abissali.
A causa della loro natura elusiva e delle profondità in cui vivono, gli incontri con i calamari giganti sono rari. Spesso avvengono solo quando vengono trovati spiaggiati sulla costa o quando vengono catturati accidentalmente nelle reti da pesca.
Nel caso della cattura da parte di Errera e Rizzo, si pensa che i due esemplari abbiano perso l’orientamento e che si siano per questo spinti verso la costa.
Perché sempre più animali perdono l’orientamento? Alcune possibili motivazioni
La pesca e l’avvistamento di animali che di solito è difficile osservare in certi ambienti hanno confermato che di recente sempre più animali marini si stanno avvicinando alle coste. A causa di questa probabile perdita dell’orientamento, già nei giorni scorsi sono stati ritrovati morti tra gli scogli un delfino e un pesce spada. Ma perché la fauna marina sta perdendo l’orientamento? I motivi potrebbero essere, secondo alcuni, molteplici.
L’inquinamento acustico causato da attività umane come il rumore delle navi, dei sonar militari, delle attività di costruzione e delle perforazioni petrolifere è uno di questi. Il rumore prodotto infatti può interferire con la capacità delle specie marine di comunicare e di spostarsi utilizzando l’ecolocalizzazione. Questo può portare al disorientamento.
All’inquinamento acustico si aggiunge poi quello luminoso, causato dalle luci artificiali nelle zone costiere, che può influenzare le abitudini di molte specie. Ad esempio, le tartarughe marine possono essere confuse dalla luce artificiale delle città e delle strutture costiere, spingendole a dirigersi verso l’interno invece di raggiungere il mare.
I cambiamenti nell’ambiente marino come l’innalzamento delle temperature dell’acqua, la carenza della disponibilità del cibo, la perdita degli habitat e l’acidificazione degli oceani sono altre cause che possono influenzare le rotte delle specie marine.
Questi cambiamenti equivalgono alla necessità di adattarsi a nuove condizioni, portando a una possibile perdita del senso dell’orientamento.