Sostenere il turismo e l’economia del posto non solo è del tutto normale, ma anche un dovere dei visitatori: scopriamo perché.
Siete quasi alla fine del vostro soggiorno, tutto è andato per il meglio ma, al momento di restituire le chiavi della vostra stanza d’albergo, appartamento o sistemazione, vi viene chiesto di saldare un costo aggiuntivo. Sappiate che non si tratta di una truffa, ma l’albergatore vi sta semplicemente chiedendo la tassa di soggiorno, prevista in Italia per legge. Perché allora non conteggiarla già da preventivo, saldato a suo tempo via piattaforme di prenotazione? Il motivo è chiaro, basta saperlo per non incorrere in gaffes o fraintendimenti.
In genere la tassa di soggiorno vi verrà chiesta in fase di check out. Fu introdotta con il decreto legislativo 23 del 14 marzo 2011 e chiede agli ospiti di una struttura ricettiva di contribuire con un esborso economico che andrà direttamente alle casse comunali. Quindi è importante sappiate che la tassa comunale non andrà direttamente all’albergatore, ma sarà versata al Comune di residenza. In questo modo alle amministrazioni comunali dove ricade l’hotel, ostello, B&b o struttura dove avete soggiornato sarà possibile accumulare delle risorse investite dall’ente locale per i servizi ai residenti e cittadini del posto. Una sorta di “mancia” per aver goduto del posto insomma, da devolvere all’albergatore. Che fare se, invece, la destinazione non avesse soddisfatto le vostre aspettative? Spiace deludervi ma per legge siete obbligati a devolverla: pena multe salatissime!
Come spiegato, la tassa di soggiorno è stabilita da un decreto legislativo e i criteri sono stabiliti dal Comune di riferimento. Ci sono comunque dei margini da osservare. Nelle città particolarmente turistiche, come Roma, Firenze, Bologna e Milano, le tasse di soggiorno sono particolarmente alte, arrivando fino a 7 euro per le strutture più onerose. In altre città si parla di un range tra gli 1 € a 5 € a persona. Inoltre, è una consuetudine tanto in Italia quanto all’estero: basti pensare che a Parigi la tassa si aggira sugli 1.50 euro, mentre ad Amsterdam varia in base all’applicazione di una percentuale che va dall’1% al 5% sulla spesa del soggiorno nella struttura in questione. Insomma sostenere il turismo e l’economia del posto non solo è del tutto normale, ma anche un dovere dei visitatori.
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