Il nome della cittadina lombarda ha una lunga storia, e il termine che conosciamo oggi Rho, è stato ufficializzato nel 1932.
L’origine di questo nome è alquanto dibattuta. Ci sono, infatti, diverse ipotesi al riguardo. In passato la denominazione ha avuto forme diverse. In un atto di permuta, con rogito al 9 gennaio 864, il notaio Agatone, cita per la prima volta il nome della cittadina chiamandola Vico Rhaudo.
Un piccolo agglomerato di case con terre coltivate, la chiesa di Sant’Ambrogio ed un rozzo castello ivi esistenti. Ci sono, inoltre, due pergamene che ne riportano il nome. Altri scritti definivano la zona come Rhode, Rode, Rodo, Rhodo, Raude, Rhaudum o Raudo.
Per alcuni studiosi il toponimo deriverebbe da una base linguistica formata da -au -o-. Altre teorie ritengono che si tratti del latino aratus, arato, oppure un prelatino raud, rosso. Qualcuno propone anche una base di tipo celtico: raton, latinizzata in ratum.
Su una mappa geografica dipinta all’interno della sala del Musei Vaticani a Roma del XVI – XVII secolo, si attesta Aro. Lo stesso vale per una cartina del ‘600. Successivamente si hanno i termini Rò, Rhò e Rho.
Stemma
Secondo una paretimologia, ossia un accostamento possibile di due vocaboli che in realtà hanno diversa etimologia, il termine deriverebbe da ruota. Questo trova testimonianza nello stemma della città che presenta uno scudo rosso con al centro una ruota dorata.
L’attuale denominazione di Rho, è stata ufficializzata dagli organi competenti nel 1932 apponendo la consonante acca nel mezzo. Questo fu fatto per distinguere la località milanese da quella in provincia di Ferrara dove, invece, manca.
Rho è uno dei centri abitati più antichi della Lombardia. Sono emersi infatti molti reperti archeologici risalenti all’età romana durante gli scavi effettuati tra il 1876, 1890 e 1917. Sono venuti alla luce anche altri edifici storici.
Una cappella, un antico cimitero e tombe cappuccine con incise l’alfa e l’omega in via Belvedere. Sotto il dominio longobardo, il paese assunse una terminologia tuttora rintracciabile, Pomero, che deriva da Post Moerus, ossia fuori dalle mura fortificate.
L’origine di tale termine, però, non è riconosciuta all’unanimità. Per alcuni si tratta di numerosi alberi di mele. Sempre nel periodo di dominazione longobarda il borgo ebbe anche l’appellativo di Curtis, ossia corte.
Si tratta di una tipica organizzazione sociale nel periodo del feudalesimo. Nel 1004 l’imperatore Enrico II, incoronato Re d’Italia a Pavia, firmò alcuni documenti decisi in Rodo o in campo “qui dicitur Raudo“.
Rho
Risale all’XI secolo la figura semileggendaria di Giovanni da Raude, detto anche Giovanni della Croce. Tra il 1130 e il 1215 alcuni consoli attestati appartenevano alla famiglia dei Capitanei de Raude.
Grazie all’abbondanza di acqua e di terre feritili, molti nobili spostarono la propria dimora a Rho, costruendo sontuosi palazzi che oggi, purtroppo, sono per lo più distrutti. Costruirono, inoltre, l’Universitas nobilium dicti loci de Raude.