Perché il cielo è buio nonostante le tante stelle luminose, ecco la spiegazione scientifica a questa interessante antica domanda dell’uomo.
Quest’estate, soprattutto nel mese di agosto, sono state davvero tante le occasioni per osservare i nostri cieli, con eventi emozionanti da vivere con il naso all’insù.
Il cielo stellato notturno, con le sue meraviglie e misteri, da sempre ci affascina e ci fa porre delle domande, alcune delle quali trovano la loro origine a migliaia di anni fa. E tra le tante domande che da sempre l’uomo si pone a proposito del cielo di notte, ne troviamo una davvero interessante e comune.
Perché il cielo è buio anche se pieno di stelle luminose? Ecco la spiegazione scientifica a questa domanda interessante.
“Perché il cielo è buio nonostante le stelle luminose?” l’antico quesito
Questa domanda è il cosiddetto paradosso di Olbers, così chiamato in onore dell’astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Olbers, che lo descrisse nel 1826. Questo paradosso trova le sue basi in una serie di ipotesi legate alla concezione dell’universo di quell’epoca; e afferma quindi che se le stelle sono simili al Sole, se sono distribuite nel cielo in modo uniforme e e se l’universo è infinito, allora il cielo notturno dovrebbe essere illuminato uniformemente.
Si tratta però di una domanda davvero interessante, che non si è posto solo l’astronomo tedesco, ma anche tanti altri; pare addirittura che questo quesito sia stato discusso anche dai filosofi greci nell’epoca antica, il che spiega l’interesse in questo campo.
Altri più tardi e prima di Olbers si posero le stesse domande, cercando di dare una spiegazione al quesito, come Giovanni Keplero, Edmond Halley e Jean- Philippe de Cheseaux.
La prima spiegazione fu che le nubi interstellari di polvere impediscono alla luce delle stelle più lontane di arrivare fino a noi, mentre un’altra spiega semplicemente che nell’universo ci sono un numero finito di stelle. Entrambe si sono comunque rivelate errate.
Ma andiamo invece a vedere quale spiegazione scientifica viene dall’astronomia moderna.
La spiegazione scientifica dell’astronomia moderna
Ad oggi ovviamente, si ha una conoscenza molto più ampia dell’universo rispetto all’ottocento. Ad esempio, sappiamo che esso non è infinito, ma che ha avuto origine circa 13,7 miliardi di anni fa con il Big Bang, e che è in espansione e non statico.
E proprio la scoperta che l’universo è in espansione, avvenuta nel 1929 da parte dell’astronomo statunitense Edwin Hubbe, ci offre la risposta al nostro quesito. Infatti, secondo questo concetto, la luce che arriva fino alla Terra, viaggiando ad una velocità di 300000 chilometri al secondo, è solo quella che appartiene all’universo osservabile.
Spiegandolo in parole più semplici, riusciamo a vedere solo la luce di quella parte dell’universo che possiamo osservare dalla Terra e che ha avuto modo di raggiungerci dall’inizio dell’espansione dell’universo.
Quindi, secondo questa ipotesi, non è vero che in ogni punto guardiamo il cielo notturno ci siano stelle; ma piuttosto esistono delle zone dell’universo la cui luce non è ancora giunta fino a noi.
Si tratta comunque di un concetto molto ampio e difficile da spiegare in parole semplici; oltretutto, ci sono ancora delle ulteriori domande su questo argomento che ancora non hanno trovato una completa spiegazione.
In ogni caso, anche se il cielo notturno non è completamente illuminato, rimane comunque uno spettacolo mozzafiato da osservare sia in estate che in inverno; se poi vogliamo vedere le stelle con maggior precisione, ricordiamo sempre che è necessario trovarsi in posti lontani da fonti di luce artificiale.
Allontaniamoci quindi dalle città e approfittiamo del fatto di osservare il cielo notturno per una gita fuori porta e immersi nella natura.