Perché gli oceani stanno cambiando colore? Il cambiamento climatico sta sempre più avendo effetti potenzialmente catastrofici per l’ambiente in tutto il mondo, Italia compresa.
I cambiamenti climatici e le sempre più alte temperature delle acque stanno letteralmente sconvolgendo gli ecosistemi marini. Una delle prove schiaccianti e più lampante di questo fenomeno è il cambiamento di colore delle acque di varie parti del mondo il quale sta sempre più migrando verso le tonalità del verde. Ma perché?
All’origine di questo cambiamento vi è il fitoplancton, una micro alga che, seppur preziosa, si sta riproducendo in maniera incontrollata nei mari di tutto il pianeta.
Il fitoplancton è costituito da un gruppo di organismi microscopici fotosintetici che si trovano negli ambienti acquatici, come mari, oceani, laghi e fiumi. Questi organismi stanno alla base della catena alimentare marina e svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio degli ecosistemi.
Il fitoplancton utilizza la luce solare come fonte di energia per la fotosintesi, un processo attraverso il quale convertono il diossido di carbonio e i nutrienti presenti nell’acqua (come azoto, fosforo e altri minerali) in materia organica e ossigeno. Questa capacità di fotosintesi è ciò che li rende fondamentali per la vita in acqua. Il fitoplancton infatti, tra le altre cose, non solo produce ossigeno, ma mitiga anche l’effetto serra.
Tuttavia, sebbene il fitoplancton sia essenziale per l’ecosistema marino, una sua crescita eccessiva può portare a effetti negativi sulla salute degli ecosistemi marini e non solo, proprio come è accaduto di recente a Napoli.
Qualche giorno fa gli studi condotti da Arpac hanno dimostrato come le acque, improvvisamente diventate verdi, di Napoli (Posillipo) presentino una quantità eccessiva di fitoplancton la cui fioritura è stata incrementata anche dalle temperature anomale per la stagione. Secondo le analisi infatti le acque superficiali dei mari di questa località hanno raggiunto temperature che variano dai 28 ai 19,6° C.
Le micro alghe non hanno tuttavia fatto diventare verde solo il mare di Napoli. Gli scienziati stimano che la popolazione di fitoplancton sia aumentata in tutto il pianeta di circa il 56%. E questa non è una buona notizia.
Se il fitoplancton cresce a dismisura, può portare a una serie di problemi ambientali noti come “fioritura algale” o “bloom algale”. Questi eventi possono avere conseguenze negative sia per gli ecosistemi marini sia per l’uomo. Un eccessivo sviluppo del fitoplancton può infatti diventare un problema per svariati motivi.
Durante le fioriture algali, il fitoplancton cresce rapidamente e in gran numero. Quando queste alghe muoiono, vengono decomposte dai batteri e il processo consuma ossigeno. Se la fioritura è così intensa da superare la capacità dell’ecosistema di decomporre e rimuovere le alghe morte, il consumo di ossigeno può aumentare notevolmente, causando una diminuzione dell’ossigeno disciolto nell’acqua.
Questa situazione può portare alla formazione di zone morte, ovvero aree marine dove la vita è scarsa o inesistente a causa proprio della mancanza di ossigeno. Inoltre la decomposizione è la causa della diffusione di sostanze tossiche e maleodoranti.
Un’eccessiva crescita del fitoplancton può portare a una produzione eccessiva di biomassa. Se queste alghe non vengono consumate rapidamente da zooplancton e altri organismi, possono accumularsi e avere un impatto negativo sugli altri livelli della catena alimentare. Ciò potrebbe causare una diminuzione delle popolazioni di alcuni animali marini e un aumento di altri, alterando l’equilibrio dell’ecosistema e intaccando la biodiversità.
Le fioriture algali possono danneggiare industrie come la pesca e l’acquacoltura, sia direttamente attraverso l’avvelenamento dei pesci e dei crostacei, sia indirettamente a causa delle restrizioni imposte alle attività in determinate zone colpite dalle fioriture.
Inoltre quest’ultime possono avere un impatto anche sul turismo, scoraggiando i viaggiatori e danneggiando quindi il settore.
Per mitigare gli effetti negativi delle fioriture algali, è essenziale adottare pratiche sostenibili per ridurre l’inquinamento delle acque, controllare le attività agricole e gestire in modo adeguato gli scarichi di acque reflue.
Infine, è importante monitorare attentamente gli ecosistemi marini per rilevare tempestivamente l’insorgenza di fioriture algali e prendere misure appropriate per mitigarne gli impatti. E tutto questo bisogna che sia fatto il prima possibile.
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