Uno dei piatti della tradizione per festeggiare l’inizio del nuovo anno è a base di lenticchie, piccoli legumi dalle mille proprietà.
Uno dei piatti che si cucinano a nell’ultimo giorno dell’anno e che è presente sulle tavole di molti e italiani è la lenticchia. E sembra che questa tradizione abbia origini veramente molto lontane. Alcuni la fanno risalire infatti addirittura agli antichi romani.
A quei tempi si usava regalare il giorno della fine dell’anno una borsettina chiamata scarsella, all’interno della quale c’erano le lenticchie. La scarsella era la piccola borsa dove gli antichi romani conservavano le monete, una sorta del nostro borsellino moderno.
Regalarla, quindi, piena di lenticchie significava augurare ricchezza ed abbondanza alla persona a cui si donava. Per alcuni popoli, al contrario, come quello ebraico, le lenticchie vengono consumate, in particolare, nei momenti di lutto.
Questo piccolo legume, oltre a portare fortuna, è anche molto salutare. La lenticchia infatti è ricca di molte vitamine, di sali minerali come magnesio e potassio, ma anche di ferro. Anzi, sembrerebbe addirittura che riesca ad apportare molto più ferro rispetto ad una bistecca di carne.
Ed, inoltre, fornisce all’organismo un alto contenuto di fibre. L’usanza di mangiarle l’ultimo giorno dell’anno è dovuta anche alla loro particolare forma. Sono piccole e tonde con un leggero appiattimento laterale.
Ricordano molto le monete. Lo stesso nome, dal latino lentīcŭla, diminutivo di lens, lentis, cioè lente, rimanda proprio al suo particolare aspetto tondeggiante.
Anticamente era considerato un prodotto molto importante non solo a livello nutritivo, ma anche per il commercio e per l’agricoltura di tutti i paesi mediterranei. Venivano utilizzate anche per altri scopi.
L’imperatore Caligola, per esempio, le scelse per proteggere, durante il trasporto per mare, l’obelisco egiziano che oggi ammiriamo in piazza San Pietro. Per un lungo periodo, già nel corso del Medioevo iniziarono ad essere servite solo ai poveri e nei conventi.
Sparirono dalle tavole dei nobili e degli aristocratici. Venivano, infatti, considerate il cibo degli umili. Costavano poco, ma nutrivano molto. Fino a che, alla corte di Luigi XIV furono relegate, addirittura, a mangime per i cavalli.
Negli ultimi decenni sono ritornate in auge sia come cibo, per il contenuto nutritivo, sia come portafortuna per l’ultimo giorno dell’anno. Un’altra caratteristica è, infatti, quella per cui, durante la cottura, la lenticchia aumenta il proprio volume.
Un altro motivo che le porta ad essere perfette per augurare a chi festeggerà con noi abbondanza e ricchezza. E su molte delle nostre tavole anche quest’anno si cenerà a base di lenticchie, probabilmente, accompagnate dal cotechino.
L'Italia è un autentico scrigno di tesori nascosti, e i suoi borghi sono tra le…
La sfida oggi non è solo chi costruisce l'auto più veloce o la più elegante,…
Ci sono strade che corriamo così spesso che quasi smettiamo di pensarci. Il rumore del…
Ci sono strade che portano segreti, percorsi che attraversano una città con una storia invisibile…
Benzina, il comunicato improvviso: addio per sempre. Automobilisti distrutti: ecco di cosa si tratta... È…
Immagina di essere al volante e di dover affrontare un imprevisto che potrebbe cambiare radicalmente…