Oceani sempre più caldi e il fattore scatenante è, secondo alcuni, sempre il medesimo da alcuni anni: il cambiamento climatico.
In questi ultimi anni il cambiamento climatico dovuto all’attività dell’uomo, oramai, fuori controllo, sembra abbia portato anche all’innalzamento delle temperature superficiali degli oceani.
Un fatto certamente preoccupante in quanto può danneggiare, anche in modo irreversibile, la vita marina. Secondo gli scienziati l’innalzamento della temperatura è anche legato al fenomeno che, oramai, tutti conosciamo con il nome di El Niño.
Ma sarebbe, soprattutto, legato all’attività umana che, dalla Rivoluzione Industriale in poi, ha bruciato grandissime quantità di combustibili fossili, disboscato grandi aree naturali e iniziato attività che hanno emesso e continuano ad emettere nell’atmosfera l’anidride carbonica.
Un gas nocivo per la sua capacità di “intrappolare” il calore. L’1% di questo gas rimasto nell’atmosfera ha creato ripercussioni che hanno portato al riscaldamento dello strato superficiale di circa 0.6° in media in questi ultimi due secoli.
Oceani troppo caldi
Il resto del calore è stato imprigionato dalle acque degli oceani che, a partire dagli anni ’70, ne hanno immagazzinato il 90% dell’energia termica catturata dall’anidride carbonica. L’acqua ha tempi piuttosto lunghi per riscaldarsi, ma, in questi ultimi anni, il fenomeno sta accelerando sempre di più.
E sembra che il fenomeno riguardi non solo la parte superficiale degli oceani, ma anche gli strati più profondi. Questo perché il calore immagazzinato è in eccesso. I primi 80 metri partendo dalla superficie, invece, si stanno riscaldando sempre più velocemente.
Registrano 0.11° Celsius in più ogni anno. Oltre al riscaldamento delle acque si sta assistendo anche al fenomeno dell’innalzamento delle acque. Questo è dovuto al fatto che l’acqua calda occupa più spazio di quella fredda.
Insomma, sembra proprio che, secondo gli scienziati, l’attività dell’uomo sia la causa principale dell’inquinamento, quindi del riscaldamento globale, quindi del surriscaldamento delle acque degli oceani. Una reazione a catena che sembra essere senza fine.
Ci sono, però, altri scienziati che hanno un’opinione diversa. Il Professor Antonino Zichichi afferma, infatti, che l’attività umana centri poco con il cambiamento climatico, dipende, piuttosto, “dalla nostra sorgente di energia di calore: il Sole”.
CO2
Certamente l’uomo ha inquinato il pianeta in molti modi, un dato di fatto che deve assolutamente cambiare, ma non esiste, secondo il fisico, in linea con il pensiero del Premio Nobel Carlo Rubbia, il “nesso di causa – effetto tra attività antropica e cambiamento climatico”.
L’inquinamento è un argomento e un fatto che vanno affrontati e il fine deve essere quello della tutela della salute degli uomini e del pianeta. E l’anidride carbonica non sarebbe, secondo lo scienziato, la nemica numero uno del cambiamento climatico. Il Professore ricorda, infatti, che senza CO2 non potrebbero esistere le piante, essenziale per la fotosintesi.