Ancora una conseguenza del cambiamento climatico, ovvero una nuova specie trovata nelle nostre acque. Scopriamo quale.
Ne stiamo parlando sempre più spesso ed in maniera sempre più urgente e pressante. Gli effetti del cambiamento climatico si fanno ormai vedere ovunque nel nostro pianeta. Tra scioglimento dei ghiacciai, specie in via di estinzione, alti livelli di emissioni di gas nocivi. Gli esperti cercano ogni giorno di sensibilizzare le istituzioni affinché si corra al più presto al riparo. Soprattutto perché molti di questi cambiamenti riguardano anche le specie animali.
Una nuova specie nelle nostre acque
Le conseguenze più immediate dei cambiamenti climatici, li stiamo vedendo sulle specie animali. Sempre più costrette a spostarsi. Il motivo può dipendere dal fatto che non trovino più cibo utile a sostentarli o perché appunto le condizioni climatiche non permettono più il mantenimento dell’habitat a loro più congeniale.
Ad esempio in questo caso parliamo di una nuova specie comparsa nelle nostre acque. Il fattore preoccupante? Il fatto che provenga nientemeno che dal Mar Rosso, dunque non proprio vicino a noi. Gli esperti hanno segnalato il suo avvistamento la prima volta nell’estate 2023.
Ed è stata subito classificata tra le specie aliene, ovvero quelle che non dovrebbero trovarsi dove appunto vengono avvistate in maniera copiosa. In questi ultimi anni ne sono state segnalate diverse sia in terra che in acqua. Gli scienziati ritengono di doverle segnalare perché rischiano di rappresentare una autentica minaccia agli ecosistemi, con disastrosi effetti a catena.
Questa volta si tratta dell’apparizione di un pesce tropicale noto come Preragogus Trispilus, chiamato anche Tordo con basetta. Una specie che di norma si trova nel Mar Rosso, soprattutto nelle zone costiere, e principalmente dove trova di più nutrimento. Dunque in aree caratterizzate da un substrato sabbioso. Si nutre infatti principalmente di lumache di mare e piccoli crostacei.
L’apparizione del tordo con basetta
Possibile che il tordo con basetta sia giunto fino a noi per via dell’eccessivo surriscaldamento dei mari. Si stima che nel 2023 le acque oceaniche hanno infatti raggiunto temperature preoccupanti, costringendo le specie tropicali a risalire verso nord.